La presentazione del libro su monsignor Bertrando Gianico e il suo famoso Convitto | Diocesi di Trivento

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La presentazione del libro su monsignor Bertrando Gianico e il suo famoso Convitto

La presentazione del libro su monsignor Bertrando Gianico e il suo famoso ConvittoGiovedì 10 agosto 2017 a Trivento, in occasione del sedicesimo anniversario della morte, c’è stata la presentazione di un quanto mai interessante libro che riguarda monsignor Bertrando Gianico e il suo famoso Convitto.

E’ un libro così pieno di ricordi e di aneddoti scritti da ex convittori e/o studenti triventini che hanno frequentato le varie scuole aperte dal dinamico sacerdote dalla Scuola media all'Istituto magistrale e all’Istituto per geometra, in pratica dal 1946 fino alla chiusura del Convitto, che ti fa rivivere tutto un mondo si sacrifici di avventure e di valori.

Questo è stato il programma: alle dieci in Cattedrale la santa Messa del Vescovo Domenico, che con tratti sicuri e precisi ha tracciato la bella ed indimenticabile figura del sacerdote energico ed eccezionale. A seguire c’è stata la tavola rotonda con interventi di alcuni ex alunni moderata indovinate da chi? Dal dott. Antonio Mancinella figlio di quel Sandro cuoco del convitto che faceva salti mortali per accontentare le bocche di 230 convittori.

L’amore che don Gianico nutriva per i suoi convittori si riassume e si concretizza in 3 parole:
• rispetto per gli altri, cioè considerazione del valore della persona che, nonostante i suoi atteggiamenti, de­ve essere lasciata libera di parlare, di sfogarsi, di criticare e, al limite, di rispettare sempre gli adulti e non solo i genitori;
• fermezza, cioè mantenere fermi quei principi fondamentali «non negoziabili» che restano tali, anche se non di moda!
• pazienza, cioè saper attendere tempi migliori, che sicuramente verranno, cercando di restare per essi il punto di riferimento immutabile nelle alterne vicende e negli sbandamenti propri dell'età difficile e spesso balorda.
Sua frase cavallo di battaglia nel difendere i convittori ad ogni costo era questa: «Nessun giovane è cattivo, ma solo debole!».

A Pag. 93 del libro, patrocinato dal Comune di Trivento e da quello di Roccavivara, si può leggere:
Grazie, Don Gianico, perché ci hai insegnato a tenerci ben stretti i valori della vita, a non giudicare mai le persone dalle apparenze, per­ché dietro ognuna di loro ci sono storie degne di essere ascoltate con la voce del cuore.
Grazie, Don Gianico, perché ci hai insegnato a non dare agli altri il superfluo, non le cose secondarie, ma l'essenziale, il cuore, la pienezza, la cultura, la bellezza. Tutto.
Grazie, Don Gianico, perché ci hai insegnato ad essere umili, ad ap­prezzare i piccoli gesti della vita che se fatti con il cuore valgono e sono più preziosi dell'oro.
Ma soprattutto grazie, Don Gianico, perché ci hai insegnato che la vita è guardare avanti, sempre... con il sorriso sulle labbra e con tutta la forza della buona volontà!

Permettetemi, ancora, una parola di ringraziamento a coloro che si adoperano con la consueta disponibilità nell'organizzare questa celebrazione annuale.

Un grazie sentito anche a tutti voi qui presenti e grazie soprattutto a te, carissimo Don Gianico, e "Vivi in Dio" e continua a vivere nei nostri cuori, perché proprio tu ci hai insegnato e lo hai sempre testimoniato, anche nella malattia e nella sofferenza, che niente è facile nella vita, tutto è possibile: basta volerlo!
Amen.Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 11 agosto 2017

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