Pensare la fede. Miscellanea in onore di Mons. Michele Giulio Masciarelli | Diocesi di Trivento

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Pensare la fede. Miscellanea in onore di Mons. Michele Giulio Masciarelli

Una foto di Mons. Michele Giulio Masciarelli con Papa Francesco

Presentato all' Istituto Teologico Abruzzese-Molisano “Pianum” il libro:
Pensare la fede. Miscellanea in onore di Mons. Michele Giulio Masciarelli.
Seminario Regionale – Chieti 19 gennaio 2018

L'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano “Pianum” ha ospitato l'atteso evento di presentazione del libro gratulatorio, uscito per i tipi delle Edizioni teaternum, su iniziativa della conferenza episcopale abruzzese-molisana e, in particolare, di mons. Bruno Forte, Presidente della Ceam e Arcivescovo di don Masciarelli.

Il volume, curato da mons. Fabio Iarlori e don Emiliano Straccini, Docenti nell’Istituto “Pianum”, raccoglie 18 testi: 16 studi e 2 testimonianze con l'introduzione dall’Arcivescovo Forte, che presenta a grandi linee la Teologia di don Masciarelli e interventi del Cardinal Lorenzo Baldisseri e dei Vescovi Matteo Zuppi e Claudio Palumbo, oltre a quello ricordato di mons. Forte. Gli altri testi sono nella maggior parte di Docenti dell’Istituto Teologico “Pianum”, con due studi del Vescovo mons. Enrico dal Covolo e di p. Salvatore M. Perrella.

A testimoniare la stima e la gratitudine, la presenza nella giornata di presentazione degli eccellentissimi Presuli, giunti in spirito di amicizia: il vescovo Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense di Roma, l’Arcivescovo padre Bruno e mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento. A moderare l’incontro don Emiliano Straccini, alunno di don Michele e docente di Introduzione al mistero di Cristo nell’anno propedeutico del Pianum.
La presentazione è stata introdotta dalla lettura di alcuni dei molti messaggi di saluto e di gioia grata giunti da quanti hanno conosciuto e apprezzato Don Michele, ma sono stati impossibilitati a partecipare all'evento.

Il primo messaggio è quello del cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, che ha espresso vive congratulazioni per la pubblicazione che celebra meritatamente la lunga e feconda attività di ricerca teologica e docenza accademica di Don Michele, svolta tra Chieti e Roma, e che testimonia l'ampiezza dei suoi studi riguardanti la teologia dogmatica, la teologia pastorale, la teologia fondamentale e anche la filosofia.

In particolare ha espresso apprezzamento per il suo interesse nei confronti del tema attuale e importante del rinnovamento sinodale della Chiesa e per il contributo offerto durante i lavori della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, di cui è stato consultore per nomina papale nel 2015.

L'auspicio del Cardinale Baldisseri è che la miscellanea gratulatoria possa offrire nuovo slancio alla passione teologica di Don Michele, intesa come passione per Dio, per la Chiesa e per l'uomo, a vantaggio della chiesa locale in cui svolge il suo ministero.
A seguire, il messaggio di Padre Salvatore M. Perrella, già Preside della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma, il quale ha espresso sentimenti di gioia e gratitudine, alimentati da una lunga frequentazione personale, in quanto è stato prima alunno di Don Michele, poi collega e preside, oltre a testimoniare la gratitudine della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma, presso la quale Don Michele è docente da oltre quarant'anni.
Tante generazioni di studenti del “Marianum” lo ricordano infatti con simpatia e gratitudine per la grande capacità didattica, per la chiarezza e creatività espositiva, doti apprezzate da tutti.

Padre Perrella si è rallegrato per il doveroso l'omaggio nei confronti dell'opera di Don Michele, in una società che vive di chimeriche gratificazioni e tende a dimenticare il sentimento della gratitudine autentica.

Del teologo ha sottolineato la brillante intelligenza illuminata dalla fede assistita dallo Spirito di verità e di amore, gli studi mai banali sulle grandi questioni riguardanti la fede, la teologia e il mistero del Totalmente Altro nell’umile e gloriosa persona della Madre del Signore; del prete ricorda il servizio reso al popolo di Dio, sempre amato e rispettato.

Un ulteriore messaggio è stato quello di don Eulo Tarullo, presbitero di Sulmona e compagno di classe di don Michele.

L'intervento dell'Arcivescovo Mons. Bruno Forte, si è rivelato particolarmente intenso sul piano umano e al tempo stesso puntuale e incisivo sul piano della riflessione teologica.

Dopo aver stilato la bellissima prefazione che approfondisce i temi chiave della ricerca teologica di Don Michele, dalla riflessione sulla dignità e fragilità della condizione umana alla riflessione sulla famiglia, passando attraverso il tema del "cuore", Mons Forte ha espresso sentimenti di stima e amicizia, declinando il sentimento della gratitudine nelle varie sfumature e direzioni: gratitudine al sacerdote per il suo impegno pastorale concreto e fattivo; gratitudine al teologo per gli scritti con cui ha dimostrato di servire Dio con intelligenza, in costante dialogo con la cultura e le sfide del nostro tempo, compito riassunto nel titolo del libro Pensare la fede poichè "fides si non cogitetur, nulla est"ovvero la fede se non viene pensata (riflettuta), è nulla(Agostino); gratitudine al docente per il contributo offerto alla crescita dell'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano, gratitudine per il rapporto di collaborazione, di condivisione offerto al Vescovo della diocesi durante i lavori del Sinodo, nelle visite pastorali, nelle missioni popolari.

Prendendo a prestito un aforisma di Junger, Mons. Forte ha ricordato ai presenti che “Un pensatore lo si onora pensando” ed ha proposto quindi quattro prospettive di analisi che vanno intese come punti cardinali di riferimento:

  1. Il Nord della ragione teoretica, seguita da Don Michele sulla scia di autori da lui molto amati come Antonio Rosmini, non solo per il messaggio etico sociale, ma anche per il rigore del principio di verità che ci riconcilia con la fiducia nella ragione.
  2. Il Sud delle emozioni e del sentimento che Don Michele ha espresso nella produzione poetica, dimostrando di amare profondamente l'umano. Senza trascurare la produzione mariana, una sinfonia ricca e articolata di testi.
  3. L'Est, l'oriente da cui viene il mondo biblico che ispira il suo lavoro teologico, in particolare Pavel Evdokìmov, con la teologia della bellezza. Da Oriente giungono gli interlocutori del mondo ebraico come Buber, Levinas.
  4. L'Occidente, il nostro pensiero.

Si tratta di quattro direttrici che si intrecciano e formano una croce, la croce che ha ispirato le meditazioni sul rapporto tra rivelazione e storia.

Mons. Dal Covolo, dopo aver espresso stima personale a Don Michele e apprezzamento per l'iniziativa di tributare un simile omaggio, ha preso spunto dalle prime righe della ricordata prefazione alla miscellanea di Mons. Forte per proporre almeno tre spunti di riflessione, suggeriti dall'evocativo titolo Pensare la fede.

1. Innanzitutto pensare la fede è una ricerca impegnativa, ma una vita senza ricerca non merita di essere vissuta, come si legge nell'Apologia di Socrate.

La Verità ci trascende e l'uomo è pellegrino nel solco della verità. Dunque la Verità rappresenta l'orizzonte dell'homo viator. Benedetto XVI afferma che il senso della ricerca si muove nella libertà dell'uomo e del suo pensiero. Nella riflessione sul rapporto tra fede e ragione si può evidenziare la linea che unisce l'enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II e l'enciclica Evangelii gaudium di Papa Francesco, poichè entrambi dimostrano che non esiste contrapposizione tra fede e ragione.

Del resto va considerato che il Cristianesimo non è la religione del libro, è la religione del Verbo, del logos incarnato.

2. Pensare la fede è un itinerario complesso. Nella Enciclica Fides et ratio Giovanni Paolo II illustra le tappe significative dell'incontro tra fides e logos. Nel discorso di Paolo all'Aeropago di Atene si attua un primo tentativo di dialogo fra cristianesimo e cultura precristiana, ma pare che non dia i frutti sperati, tanto che si parla di fallimento. Il pericolo è quello di scambiare il cristianesimo con una delle tante filosofie e introdurre il germe della divisione nella comunità. Questo svuoterebbe di senso la croce di Cristo, quindi Paolo mette in guardia dai rischi di sostituire il mistero di Dio con la sapienza del mondo.

3. Fin dagli inizi non è stato facile pensare la fede. “Ho misurato con la mia ragione i confini dell’isola e ho scoperto l’oceano" afferma il filosofo Wittgenstein, proponendo una riflessione sulla problematicità del pensare e la questione del limite. Mons. Dal Covolo cita un aforisma dei Minima moralia di Adorno: "La verità non la si "ha", ma vi si "è". Già nell'Uomo senza qualitMusil affermava: "La verità non è un cristallo che si può mettere in tasca, bensì un mare sconfinato in cui ci si immerge". Il vero è visto, dunque, come un primum assoluto che ci precede e verso il quale la ricerca dell'uomo tende.

Questo chiarisce il senso e il cammino della ricerca, della paideia, tanto che Jaeger afferma: " l'educazione non è una questione individuale ma, per sua natura, è faccenda della comunità"
Mons. Palumbo, anch’egli alunno di don Michele e attuale Vescovo di Trivento, ha portato il suo personale ricordo di Don Michele: la simpatia con cui richiamava l'attenzione degli alunni, la passione educativa, il rigore scientifico delle lezioni e il grande cuore che sapeva dimostrare nei momenti lieti o tristi; lezioni indimenticabili per cui tutti gli studenti gli saranno sempre grati.

Da sacerdote e poi da collega nell'insegnamento all' Istituto Teologico, Mons.Palumbo ha continuato ad avere con lui un rapporto di condivisione, di confronto e ne ha apprezzato gli studi, le ricerche, le opere, la teologia capace di sciogliersi anche in canto, in poesia.
Al termine degli interventi in suo onore, Don Michele ha rivelato con sincerità tutta l'emozione di ricevere tante e qualificate attestazioni di stima, apprezzando la volontà del Vescovo Mons. Forte di portare a compimento l'opera gratulatoria con il contributo di tante autorevoli voci.
Ha voluto sottolineare che non si tratta, tuttavia, di una festa importante perchériguarda la sua persona, ma piuttosto perché riconosce il valore di un sentimento che diventa sempre più raro, la gratitudine.

Auspica perciò che alla chiesa santa, romana, cattolica, apostolica si possano riferire anche gli aggettivi: educata, grata, gentile.

Prendendo spunto da un aforisma di Goethe "l'ingratitudine è sempre una forma di debolezza, non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati" Don Michele ha ribadito che la gratitudine qualifica le persone eccellenti.

Ricorda, inoltre, che la teologia è una scienza umile, poichè si basa su parole e opere prese a prestito, ed è con questo atteggiamento di umiltà che si è dedicato in tutta la sua vita agli studi e alle ricerche, mettendosi al servizio di Dio e dello Spirito.

La chiosa finale è affidata a Mons. Forte che propone due riflessioni. La prima nata da una sua conversazione con il teologo francese Henri De Lubac a Parigi, quando fugando i suoi dubbi di giovane teologo in merito ad un testo che stava per pubblicare, lo rassicurò affermando che un libro si pubblica grazie ad un dono ricevuto da Dio. Al termine della serata due omaggi: un ritratto di don Michele, opera del Maestro Luciano Primavera al festeggiato e una fotografia di Papa Francesco da lui autografata, con autenticazione del Card. Parolin, dono di don Michele ai vescovi di Abruzzo-Molise; sarà infatti collocata nella sala delle riunioni della CEAM.

In questo spirito di gratitudine a Dio per i doni ricevuti si chiude l'evento dedicato a Don Michele Masciarelli per il servizio da lui reso all’Istituto come docente, Preside e Prefetto degli studi; per l’aiuto teologico-pastorale dato alle Diocesi abruzzesi-molisane nelle Giornate Sacerdotali, nei Convegni diocesani e regionali.

Ufficio comunicazioni socialiChieti, 14 febbraio 2018

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