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Ritiro mensile interregionale gruppi ISF di Abruzzo, Molise e Campania
"Rileggere lo Statuto dell'ISF" era il tema della meditazione/relazione del Ritiro tenutosi presso il Santuario della Madonna di Canneto di Roccavivara (CB) il 24 giugno scorso.
Un argomento insolito, altrettanto i relatori, i proff. Alessia ed Alessandro Bucci (scuola media Lei, Università di Cassino Lui, membri del Consiglio Nazionale dell'ISF); una bella, giovane famiglia, che oltre alle slide da illustrare, dovevano sovente prestare attenzioneo ad una graziosa bimba di 3 anni che vedeva in loro solo MAMMA e PAPA' (altro che Meditazione!!).
Struttura nazionale ("provinciale"), organizzazione gerarchica, scopi ("Altoparlante di Dio"), utilizzo dei mezzi di comunicazione (anche "nuovi e arditi"), santità nella vita familiare, formazione, doveri verso lo Statuto, corresponsabilità, fedeltà, sono solo alcuni dei punti toccati dall'esposizione, seguita con interesse. Il titolo della relazione, burocratico a prima vista, toccava infatti punti essenziali dell'appartenenza all'Istituto, che spaziavano dalla sopravvivenza economica dello stesso, all'intimità spirituale e relazionale dei singoli individui e delle coppie. Emergeva con evidenza la mano, il pensiero lungimirante dei Redattori, il Beato Giacomo Alberione ed il caro Don Stefano Lamera.
Alla fine della relazione li abbiamo stuzzicati con un paio di domande:
- Dopo l'evoluzione di questi 60 anni, come avrebbero stilato lo Statuto ISF don Alberione e don Lamera?
<<Lo statuto è stato scritto con grande cura in un momento di trapasso culturale, in pieno concilio, mediando tra le concezioni del passato e le ansie del futuro, tanto da essere ancora oggi attuale. Nel redigerlo Don Alberione aveva ben chiaro cosa volesse dire essere una Santa Famiglia, non c'è nulla che ha tralasciato, ha pensato ad ogni piccolo aspetto. Per questo dobbiamo attingere da esso, seguirlo fedelmente per poter camminare verso il Signore come coppia, come famiglia, come famiglie. Don Lamera oggi ci direbbe a gran voce, battendo i pugni, che è tempo di svegliarsi, muoversi, riprendere il cammino ricominciando proprio da quei momenti che il fondatore ha pensato per la nostra crescita e formazione: ritiro mensile, adorazione e momento di fraternità. Non solo partecipare ma vivere con un cuore aperto, umile, desideroso di crescere nella fede e nell'amore del Signore. Avere a cuore l'Istituto vuol dire accoglierlo per quello che è riconoscendolo come dono sempre, anche quando le cose non vanno come vorremmo che andassero. Cerchiamo di ripartire ognuno laddove si è fermato ma camminiamo insieme incoraggiandoci, fermandoci a soccorrere chi è in difficoltà e soprattutto mettendoci al servizio l'uno per l'altro>>.
- Possiamo considerare lo Statuto una sorta di "provocazione" per noi membri (es. Rapporti economici e finanziari).
<<Lo Statuto va letto nella sua interezza e soprattutto vissuto nella quotidianità. Non è soltanto un insieme di regole che vanno rispettate per obbedienza ma vanno comprese, accolte e messe in pratica. Non sempre è facile ma dobbiamo aiutarci a far sì che lo statuto diventi vita, solo così avremmo attuato quanto il nostro fondatore portava nel cuore e solo così potremmo vedere i frutti attorno a noi.
Riguardo al risvolto economico presente nello statuto ci dobbiamo rifare al consiglio evangelico della povertà in cui si invita a tenere una oculata e saggia amministrazione, aperti all'azione della Provvidenza divina>>.
Il Ritiro era iniziato con le Lodi, guidate ancora una volta dall'indomabile Don Nicola D'Amico, che prendendo spunto dalle letture del giorno (S. Giovanni Battista) ci ha parlato della Chiesa in cammino e, con tenerezza, del nostro cammino verso "... un luogo dove ci aspettano 10 ville... " (Don Lamera), e del vivere in famiglia.
Nel pomeriggio, le testimonianze di Eva e Pasquale, Maria e Claudio, Angela e Claudio che con semplicità e tenerezza hanno "raccontato" la loro vita di coppia e familiare ponendo l'accento sulla necessarietà di essere "paolini consacrati" nell'Istituto e l'Ora di Adorazione, come "incenso davanti al Signore" con don Vladimiro Porfirio).
Infine, la S. Messa, celebrata da S.E. Mons. Claudio Palumbo, Vescovo della Diocesi di Trivento. La Parola ci è stata spezzata con paterna saggezza, e, con nostra sorpresa, impregnata di forti contenuti Paolini. Riportiamo quasi testualmente qualche passaggio:
<< Prima di tutto vorrei ricordare il Beato Giacomo Alberione e Don Lamera. Non ho conosciuto personalmente il primo; di Don Stefano ricordo un episodio: ero stato appena ordinato sacerdote e mi trovai a concelebrare una Messa con Lui. Vedendolo in difficoltà ad indossare il camice per la sua infermità, delicatamente lo aiutai. Si voltò e ringraziandomi sorridendo mi disse: "un giorno sarai Vescovo!" ..... ed è stato così, come vedete. Preghiamo per loro, ricordando le loro opere che, ispirate dall'Alto, non a caso hanno portato agli altari ben 5 paolini>>.
Alcuni flash sull'omelia: <<La profezia della costituzione di una Chiesa, di una piccola Chiesa domestica: LA FAMIGLIA... . Noi cristiani non siamo del mondo, ma siamo nel mondo; la nostra vera patria è nei cieli... . Come Giovanni, dobbiamo farci discepoli, crescere ed operare nel segno del Vangelo, come ci ripeteva sempre Don Lamera. In questo senso, con l'intercessione di Don Stefano e del Beato Giacomo Alberione, la mia benedizione>>.
La Giornata è stata vissuta intensamente; la stanchezza fisica era ben celata dalla serenità che si coglieva nel volto di tutti i partecipanti; per tutti, riportiamo qualche commento di alcuni Responsabili di Gruppo:
De Paulis Andrea e Giuseppina (di Teramo, Responsabili di zona Abruzzo-Molise), ricollegandosi allo Statuto, si rammaricavano del fatto che impegni parrocchiali in alcuni Gruppi, avevano impedito una ancor più massiccia partecipazione.
Anchora Mario e Rita (Termoli-CB): "Purtroppo molte coppie non partecipano più attivamente alla vita dell'Istituto perchè legate alla personalità di Don Lamera piuttosto che alla sua spiritualità".
Di Michele Rossano (Cermignano-TE-): "Argomento interessante, esposto in modo semplice, completo, recepito perfettamente da tutti".
Penna Nicola e Rita (Benevento): "Esposizione arricchente, ancor più perchè fatta da una coppia giovane, con i bambini piccoli che gironzolavano tra papà e mamma; uno sprone a non piangerci addosso".
Astuto Claudio e Maria (Responsabili di zona per la Campania): "Molto utile aver divulgato tra i membri dell'Istituto questo argomento, tema del Convegno dei Responsabili di Ariccia".
La Madonna di Canneto o del Sorriso, come amava chiamarla Don Lamera, ci aveva regalato ancora una volta un proficuo ritiro, oltre, appunto, il Suo Sorriso. Era più che giustificata la soddisfazione che si pecepiva da Nicola Di Blasio, Responsabile con la moglie Maria del Gruppo di Montefalcone, che, per così dire, "ospitava" l'evento insieme al Gruppo di Termoli.
Tutti, Relatori, Vescovo, Sacerdoti, Gruppi, avevano contribuito con dedizione adeguata al rispettivo ruolo, senza dimenticare il Rettore del Santuario e le Suore Francescane della Carità per la disponibilità riservataci.
Elda e Lucio PiccoliSantuario di Canneto, 30 luglio 2018