Gli auguri di Pasqua del Vescovo Claudio ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai religiosi/e, alle autorità e ai fedeli tutti della Diocesi di Trivento | Diocesi di Trivento

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Gli auguri di Pasqua del Vescovo Claudio ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai religiosi/e, alle autorità e ai fedeli tutti della Diocesi di Trivento

Il Vescovo di Trivento Claudio Palumbo

Carissimi, la Quaresima, con l'accompagnamento quotidiano della Parola di Dio, ci ha condotti alla Pasqua del Signore, che è ormai dinanzi ai nostri occhi. La pandemia (Covid-19), sconvolgendo il mondo, limitando diverse nostre libertà –prima fra tutte quella dell'esercizio del culto-, arrecando diverse e molteplici sofferenze, ha fatto di questo tempo di Quaresima un luogo anche di profonda riflessione sulla nostra esistenza, sul mistero di Dio e sulla nostra relazione con Lui, rimettendo al centro diverse essenziali domande, non necessariamente bisognose di una risposta filosofico-antropologica: Che cosa è l'uomo? Dio, dove sei? Maestro, non ti importa che moriamo? Chi sono io per Dio? Il Santo Padre Francesco, nel suo Discorso del 27 marzo u.s., prima della solenne benedizione Urbi et Orbi ci ha molto aiutato a riflettere e a trovare soluzioni in questo senso. Ricordo solo il richiamo al "giudizio", che ciascuno, alla luce di questa dura prova planetaria, deve esercitare per ritenere cosa è veramente essenziale nella vita e ciò che non lo è, come anche il richiamo potente alla solidarietà e alla speranza che nascono da una fede rinnovata dalla necessità di essere salvati da Dio.

Ed ecco la Pasqua! Il passaggio, attraverso la morte e la risurrezione di Gesù, dalla morte alla vita, di tutti, e di ciascuno. Mentre la paura e il dolore continuano a tormentarci fino al punto di farci pensare, se non di credere, che in mancanza di una risposta fortemente attesa, si dimostra l'assenza di Dio, il sepolcro vuoto di Gesù risorto è la risposta più potente e completa che possa esistere da parte di Dio: esso, il sepolcro vuoto, diventa grembo materno gravido di vita. Sì. Gravido di vita! Profezia di vita! Di una vita decisamente nuova per una umanità afflitta dal peccato e dalle sue tristi conseguenze: dolori e mali di ogni genere, guerre e violenze molteplici. La Pasqua riannoda i fili di quella relazione vitale fra Dio e la sua creatura. In questo grembo di vita c' è posto per tutti. Per quanti, anche vittime del coronavirus, non sono più qui, e per noi tutti: «Si dimentica forse una donna del suo bambino così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? E anche se una donna si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho tatuato sulle palme delle mie mani» (Is 49, 15-16). Tatuato! Come gli ebrei nell'esilio avevano tatuato le mura del Tempio di Gerusalemme sulle loro mani per non dimenticarsene mai, così Dio ha tatuato il mio volto sulle sue mani per non dimenticarsi mai di me!

Dinanzi al sepolcro vuoto – grembo materno gravido di vita - condividendo lo stupore di Maria di Magdala, delle donne, di Pietro e di Giovanni, vogliamo accogliere l'annunzio rincuorante dell'Angelo: «Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto…» (Mt 28, 5-6a). E vogliamo anche noi, dovunque, nelle nostre famiglie, nella Chiesa, negli ospedali e nelle case di cura, nelle scuole e nelle fabbriche, nelle strade e nelle piazze, nella società e nel mondo intero, essere testimoni di questa risurrezione, la Risurrezione del Cristo Signore «sempre vivo a intercedere per noi» (Eb 7, 25).

Auguro, così, a tutti Voi di vivere una buona, serena e santa Pasqua! È tempo di ravvivare la nostra fede in un Cristo vivo, risorto, sempre presente in mezzo a noi! Ci aiuti Lui nell'infonderci luce, coraggio e perseveranza anche per far risorgere il territorio di questa nostra Diocesi, segnato da una ingiusta storia di isolamento e di sofferenza e che non smette di cercare continuamente la soluzione ai suoi problemi.

Un grazie particolare a tutti coloro che si stanno adoperando, a prezzo di grandi sacrifici, sia nell'assistere e curare i malati, come nel proteggere tutta la popolazione da questa perniciosa e virulenta pandemia del coronavirus. Ai medici, infermieri, operatori socio sanitari, volontari, alle istituzioni tutte, alle forze dell'ordine, agli enti presenti sul territorio. Un ringraziamento alla nostra Caritas Diocesana, che alle lodevoli attività quotidiane di sempre, aggiunge quelle non meno commendevoli di questo particolare momento, anche in sinergia con le diverse istituzioni ed enti statali; così come alle parrocchie e alle associazioni tutte della Diocesi e alle singole persone di buona volontà che operano nel silenzio e nel nascondimento. Il Signore doni ad ognuno di essi fiducia e coraggio per affrontare questo momento difficile della emergenza sanitaria, e umanitaria, nazionale e mondiale. Con Gesù Risorto, la sofferenza, il dolore, le paure, il coronavirus, le catastrofi e le ingiustizie sociali non sono l'ultima parola della storia. Con Lui le difficoltà diventano lo stimolo per un impegno maggiore che si fa carico dei bisogni e delle attese anche di ogni uomo e di tutto l'uomo. Con Lui ogni nota stonata della nostra vita può diventare il "la" di una nuova sinfonia e così daremo nuova vita ai germogli di bene, di accoglienza e di mitezza che già abitano nel nostro intimo, non più soffocati dagli egoismi e dalle chiusure, ma ravvivati dalla preghiera e dalla grazia.

È questo l'augurio sincero che faccio di cuore a tutta la diletta Comunità diocesana per la Santa Pasqua 2020! Con un paterno abbraccio ed una affettuosa benedizione!

Vescovo ClaudioTrivento, 4 aprile 2020

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