Commento al Vangelo
22 Maggio - Quinta Domenica di Pasqua
Liturgia: At 6, 1-7; Sal 32; 1Pt 2, 4-9; Gv 14, 1-12 Il vangelo delle prime tre Domeniche dopo Pasqua racconta della fatica che i discepoli fanno a convincersi che Gesù è vivo e che il crocifisso è il lato nascosto del volto splendido del risorto. Il vangelo delle tre domeniche successive raccoglie la rivelazione del mistero trinitario. Domenica scorsa Gesù ha parlato di se stesso come del Buon Pastore, oggi ci parla del Padre, Domenica prossima del Paraclito. Poi sarà l’Ascensione e infine, il cinquantesimo giorno, la Pentecoste.Il Risorto, che rimane fra i suoi col suo Spirito fino alla fine dei tempi, porta sulla terra la vita stessa di Dio, il rapporto di amore trinitario vissuto dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Questa è la vita che dovrebbe dilagare fra le persone, i popoli, le religioni. Allora impariamo a conoscere le tre Persone divine; Gesù stesso, che fa parte della famiglia trinitaria, è il docente.
Cosa dire del Padre se Dio nessuno l’ha mai visto? Mosè era riuscito a vederne solo le spalle. Tommaso il grande teologo di Aquino, quando commenta la parola di Gesù “Io sono la via”, scrive: “Il punto di arrivo di questa via è la fine del desiderio umano. L’uomo desidera due cose principalmente: la conoscenza della verità e la permanenza nell’essere. In Cristo si trova l’una e l’altra. Se dunque cerchi per dove passare, accogli Cristo perché egli è la via. E cita Agostino d’Ippona: “Cammina attraverso l’uomo e giungerai a Dio”. Ma chi è il Dio di Gesù?
Gesù insegna alcune cose sul Padre. “Non sia turbato il vostro cuore”. Il Padre vince la paura. Nella Scrittura la parola di Dio all’uomo “Non temere!”, ricorre 366 volte esatte; ce n’è una per ogni giorno. Non si ha paura del Padre, altrimenti quello non è Dio. E di questo Padre si deve aver fede e a lui ci si affida.
Il Padre abita in una casa grande che ha posto per ogni suo figlio. La sua casa gli assomiglia ed è più grande del nostro cuore. La porta di accesso al cuore del Padre è il figlio, Gesù, che ci invita a entrare in Lui e a percorrere la via. Lui è la via.
Gesù ha fiducia del Padre. Prima ancora di aver risuscitato Lazzaro, Gesù lo ringrazia - “ti rendo grazie perché mi hai ascoltato” - con fiducia assoluta – “Io sapevo che mi dai sempre ascolto”. Oggi ripete: “il Padre, che rimane in me, compie le sue opere”. Con la stessa fiducia faremo le stesse cose, anzi “più grandi di queste”.
L’essenziale della Trinità è la comunione tra il Figlio, il Padre e lo Spirito. L’amore è sostanza anche per noi uomini. Lo si capisce quando Gesù afferma di essere la perfetta rivelazione del Padre, non perché è “uguale” al Padre, non perché fa le stesse cose del Padre, ma perché Lui e il Padre sono in perfetta comunione, sono uno. Per questa via si può intravedere qualcosa del Dio cristiano, che è uno in tre persone.Mons Angelo Sceppacerca22 maggio 2011