Commento al Vangelo
5 Giugno - Ascensione del Signore
Liturgia: At 1, 1-11; Sal 46; Ef 1, 17-23; Mt 28, 16-20 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».L’appuntamento è sul monte della Galilea, da dove tutto aveva preso inizio, predicazione e opere del Signore tra noi, e da dove tutto riparte fino agli estremi confini della terra, ma sempre con la presenza del risorto, tutti i giorni, fino alla fine.
Dopo le donne, Gesù si fa incontro agli undici che, essendosi fidati dell’annuncio di quelle prime testimoni, ora lo vedono e lo adorano. Il persistere nel dubbio – Essi però dubitarono – dice la loro fragilità a confronto con la pienezza del potere dato a Gesù dal Padre, come frutto del sacrificio di Pasqua.
Il comando - andate, dunque! - dice che ora il Signore affida tale potenza ai suoi in vista della missione universale di ammaestrare, battezzare, insegnare ad osservare. Una successione che mostra quanto sia vasto e misterioso il procedere di Dio nei cuori e nella storia. Su tutto sta la sua promessa di restare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Un impegno mantenuto; senza la sua presenza nessun cristiano, nessun missionario, nessun santo, per quanto ognuno si sia riconosciuto ferito, peccatore, malato. Ancor più splendente è il segno della misericordia.
E’ la fine del vangelo di Matteo. Ed è un grande inizio! I discepoli vedono Gesù come Egli è, come nella trasfigurazione. E lo adorano, prostrandosi in segno di consegna e di abbandono totale. Su questo rapporto d’amore poggiano le prospettive universali di una esistenza nuova, il cammino storico della comunità credente.
E disse: Pace a voi tutti andate! / Sopra di loro lo vela una nube / così dispare in un nembo di sole. / Come faremo Signore, ad andare? / Agnelli in mezzo ai lupi saremo: / a due a due di porta in porta / e neppur certi di essere creduti! / Cristo che sali al trono di Dio, / il nostro cuore innalza e conforta: / il fuoco manda del santo tuo Spirito / che trasfìguri la polvere in gloria … Tu sei disceso nel buio degli inferi / e dell'abisso hai violato i confini: / ora nell'alto ascendi portando / come trofeo le nostre catene. / Del Padre a destra sedendo beato / ti muova sempre la stessa pietà … / Sii tu, o Cristo, la nostra certezza / la nostra fine futura di giusti: / tu gioia e premio dei tuoi fedeli / che qui ti seguono ora e per sempre. (Turoldo)Mons Angelo Sceppacerca5 giugno 2011