18 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

18 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento

Liturgia: 2Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Rom 16, 25-27; Lc 1, 26-3818 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento «Eccomi, sono l’ancella di Dio, in me si compia la tua parola».
Tu sei la terra obbediente, Maria, la creazione che ama e adora.
Tu sei la figlia fedele di Sion, radice santa che genera il fiore
da tutti atteso invocato sperato, fiore di luce nel nostro deserto.
Così la Chiesa ogni giorno ripeta queste parole dell’umile Serva,
e tornerà tutto come all’origine quando Iddio camminava nell’Eden.
Sia gloria al Padre al Figlio allo Spirito, che dal principio han rifatto le cose:
ci hanno dato una Vergine Madre, bellezza intatta di tutto il creato.

L’annuncio a Maria è parallelo di quello a Zaccaria. Se l’annuncio del figlio al vecchio sacerdote fa da congedo all’antica economia, l’annuncio a Maria la esalta come “la figlia di Sion”, sposa del Signore, terra visitata, madre! E’ il sesto mese della gravidanza di Elisabetta e Maria starà da lei circa tre mesi, fino alla nascita di Giovanni. L’assolutamente nuovo di Nazareth si lega con l’antico che in Zaccaria ed Elisabetta raggiungeva il culmine con la nascita dell'ultimo e più grande dei profeti di Israele.

L’annuncio a Maria è l’icona dell’annuncio evangelico, paradigma di ogni inizio di fede. Dio entra nella vita dell’umanità rappresentata dalla Vergine Maria, e le porta il lieto annuncio della comunione con Dio nella persona del Figlio, vero Dio e vero Uomo. Tale è il mistero del dono della fede in ogni persona.

Nella casa di Elisabetta Maria canta il mistero della sua miseria visitata e amata da Dio. Come a Zaccaria, anche a Maria l’angelo deve dire di non temere, perché quello che le è stato annunciato è totalmente sproporzionato. All'accoglienza di Maria si contrappone la resistenza di Zaccaria. Invece conta l’offerta della propria povertà a Dio che sceglie proprio la piccolezza perché risalti il suo amore per l’umanità. Così anche la vicenda di Elisabetta è profezia dell’incontro tra la santità di Dio e la povertà dell'uomo.

Se Zaccaria diventa muto, Maria canta. Zaccaria era nel tempio, stava per celebrare il culto ed era stato incapace di credere, Maria non è al tempio, è in un’umile casa di Nazaret, ma con la sua fede offre a Dio il vero culto, quello di una vita obbediente. È la prima dei discepoli. Un detto chassidico racconta che Dio mandò l’angelo Gabriele per donare la vita eterna a chi avesse un po’ di tempo per riceverlo; ma l’angelo ritornò a Dio dicendo che gli uomini da lui incontrati avevano tutti un piede o nel passato o nel futuro: «non si è trovato nessuno che avesse tempo». Solo Maria ha tempo per accogliere prontamente l’invito di Dio. E la Chiesa pone Maria come modello della fede.Mons Angelo Sceppacerca18 dicembre 2011
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