Domenica 24 febbraio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 24 febbraio

Liturgia: Gen 15, 5-12.17-18; Sal 26; Fil 3, 17-4, 1; Lc 9, 28b-36Domenica 24 febbraio Questo vangelo è il punto fermo della nostra speranza di poter contemplare la sua Gloria. Dopo aver detto ai discepoli che si deve prendere la croce, Gesù porta Giacomo, Giovanni e Pietro sul monte e lì viene trasfigurato. Gesù non parla; è tutto consegnato al Padre, perciò luminoso. È il Padre a parlare.

A splendere, sul monte, è l'essere figlio di Gesù; la luminosità è il segreto del rapporto col Padre. L'ombra che avvolge i discepoli è quella che la potenza dell'Altissimo stende su Maria all'annuncio. Da quella a Nazaret nasce il Cristo e da questa sul monte della Trasfigurazione nasce il Regno e la Pasqua, vera radice e frutto della Passione. Pietro, Giacomo e Giovanni, prima di morire vedono il regno di Dio: Gesù l'aveva detto.

Pasqua è ovunque, anche in croce, se hai gli occhi trasfigurati e sei sveglio, vigile, pronto all'incontro. Sul monte e nell'orto, invece, i discepoli dormivano... La trasfigurazione avviene otto giorni dopo, nell'ottavo giorno, nel giorno del Signore. La Domenica, per noi, è giorno di pasqua e di visione trasfigurata e anticipata del Regno di Dio.

La voce del Padre è su Gesù, lo indica “eletto”, “Figlio da ascoltare”. Quando cessa la voce, Gesù resta solo. E i discepoli, scendendo dal monte, custodiscono il silenzio, segno che sono entrati nel mistero della Pasqua. Questo dobbiamo fare noi, oggi, per entrare nel mistero della prossima Pasqua. E pregare. Per Pietro. Lui è necessario alla Chiesa, per costruirsi una ed essere sguardo trasfigurato su questo mondo che dorme.

Io credo, non perché vedo, ma perché sono stato visto.
L'amore vede, perciò tace; tace anche se stesso parlando d'altro.
Non l'amante apprende l'amore, ma l'amato,
colui che accetta di essere trasfigurato agli occhi di un'altra persona.Mons Angelo Sceppacerca24 febbraio 2013
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