Commento al VangeloDomenica 17 Maggio - Ascensione del SignoreLiturgia: At 1, 1-11; Sal 46; Ef 4, 1-13; Mc 16, 15-20 Alla fine si ricomincia: dopo aver detto la buona notizia che Dio è amore e averla compiuta con l’atto supremo di amore della sua morte e resurrezione, Gesù manda i suoi ad allargare questo vangelo a tutta la creazione. La condanna è nel non credere a questo amore, la salvezza è tutta nell’accoglierlo. I segni che seguono quelli che credono dicono la meraviglia della vita nuova ma anche la grande lotta contro il Male che solo la Fede può affrontare e vincere.Il vangelo di Marco è breve, riassume. Anche qui, alla fine, troviamo la sola volta in cui il termine Signore è accostato al nome Gesù: il Signore Gesù! Gesù è il Signore! Questa è la salvezza e la via per trovarla: credere che Gesù è il Signore e vivere nella sua Signoria. L’assunzione è un avvenimento visibile, una vera esperienza degli Undici, ma anche legata alla tradizione profetica che proclamava la Signoria del Figlio di Dio, innalzato e seduto alla destra di Dio, speranza suprema dell'umanità, della creazione e della storia. Non è la fine della presenza e della potenza di Gesù Cristo, ma la garanzia assoluta di esse nella povera storia dell'umanità.L'Ascensione di Gesù alla destra di Dio dice anche la realtà di una storia che ora è in mano a noi, affidata alla nostra responsabilità e obbedienza nella fede. Il Signore non ci abbandona. Il vangelo si chiude con l'immagine meravigliosa di questi pochi uomini, poveri e fragili, che partono per una missione preponderante le loro forze. Così vuole Colui che li manda, ma che opera insieme con loro confermandone la Parola con i prodigi che l'accompagnano.I segni confermano la risurrezione, la vittoria sulla morte e la vita nuova in Gesù. La comunità cristiana deve vivere nella serena consapevolezza della sua minorità, con lieta umiltà.Mons Angelo Sceppacerca17 maggio 2015