Domenica 22 agosto | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 22 agosto

Liturgia: Gs 24, 1-2.15-17.18; Sal 33; Ef 5, 21-32; Gv 6, 60-69Domenica 22 agosto

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Dopo la protesta dei Giudei viene quella dei discepoli: "Questa parola è dura!". La difficoltà dei discepoli è sulla persona di Gesù, l'uomo che si mostra come Figlio di Dio, unica salvezza di tutti; da qui lo scarto e la lagnanza maldicente. I discepoli inciampano, si scandalizzano. Gesù lo vede ma non li risparmia, non appiana la difficoltà, non scansa l'ostacolo; lo mostra in tutta chiarezza: "E se vedeste il Figlio salire là dov'era prima?". Se li scandalizza l'umanità splendida di Gesù, cosa sarebbe se ne vedessero la Gloria? I discepoli soffrono la difficoltà che sarà di sempre per tutti coloro che vogliono essere di Cristo, i cristiani: come si può accettare che tutto il mistero di Dio sia contenuto e manifesto nella persona di Gesù?

La domanda di Gesù ai dodici - "Volete andarvene anche voi?" - non è provocatoria, ma pungente, per scuoterli e smuoverli a "stare con lui". E la risposta di Simone chiamato Pietro, scaturita dalla fede, raggiunge la cima della conoscenza: non ce ne andiamo - e dove potremmo? - perché sappiamo per esperienza che tu sei il Figlio di Dio.

Nonostante crisi e tradimento, la fede li attraversa perché si arrende davanti ai tanti segni della presenza di Dio. In fondo Simon Pietro, quando dice a Gesù "Signore, da chi andremo?", si rifà all'esperienza del giorno precedente, quando lo aveva visto dare da mangiare a cinquemila persone e, quella notte stessa, l'ha visto camminare sulle acque. Pietro ancora non capisce cosa vuol dire, ma si attacca alla persona di Gesù.

L'essere discepolo non esonera dalle prove, forse addirittura le accentua. Questo vale anche per i Dodici, non ci sono garanzie per nessuno. San Agostino commenta: "Gesù vuole dimostrare che egli era necessario a loro, e non loro erano necessari a Cristo... Se tu non sarai con Dio, ne sarai diminuito. Tu non lo fai più grande, ma senza di lui tu diventi più piccolo... Pietro rispose per tutti, uno per molti, l'unità per la molteplicità".

I primi martiri della Chiesa di Roma sono dell'anno 64, ai tempi di Nerone. In molte parti del mondo ancor oggi i discepoli di Gesù subiscono persecuzioni. Anche noi facciamo fatica a testimoniare la nostra fede. Il cardinale Biffi diceva che il mondo è diviso fra quelli che credono di non credere e quelli che credono di credere. In ognuno c'è sempre una parte che non crede, ma c'è anche stupore e meraviglia. La fede è sempre dono del Padre.

Mons Angelo Sceppacerca22 agosto 2021
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