8 gennaio - Battesimo del Signore | Commento al Vangelo

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8 gennaio - Battesimo del Signore

Liturgia: Is 42, 1-4.6-7; Sal 28; At 10, 34-38; Mt 3, 13-178 gennaio - Battesimo del Signore

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Tutto il vangelo è detto nella preghiera iniziale della messa "Padre onnipotente ed eterno, che dopo il Battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo amato Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli di adozione, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore".

Prima viene una scena di umiliazione, di nascondimento; poi una di glorificazione e di rivelazione. La prima è vista nell'andata di Gesù al Giordano per ricevere il battesimo di conversione da Giovanni. Gesù è il Santo di Dio venuto a togliere i peccati del mondo, ma si mischia con gli uomini peccatori che non sono santi; lui stesso come un peccatore qualunque. Poi viene l'innalzamento e lo svelamento: il cielo si apre e il Padre rivela al mondo la vera identità di Gesù: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".

Dopo tre decenni di silenzio a Nazareth, il Battesimo di Gesù segna l'inizio della sua vita pubblica; si inaugura la sua missione salvifica con il gesto di mescolarsi ai peccatori che vanno a farsi battezzare da Giovanni Battista al fiume Giordano. Il tre volte Santo si unisce ai peccatori. Lui che è una sola cosa con Dio si fa uno con chi si è allontanato da Dio. E così rivela il vero volto di Dio.

Forse mai come in questi giorni i desideri di ogni profeta e di ogni uomo di buona volontà sono racchiusi nel grido di Isaia: "Oh, se tu squarciassi i cieli e scendessi!" (Is 63,19). In Gesù Dio ha risposto, è sceso come Spirito santo. Spirito significa "vita"; santo significa "di Dio". A noi è data la stessa vita di Dio e il mondo attende, in ogni luogo e in ogni volto, che questa vita nuova si manifesti. Il mondo attende uomini e donne che vivono in terra, ma col "cielo aperto" sopra di loro.

I "cieli aperti" sono anche il simbolo del velo del tempio squarciato alla morte di Gesù. Se al fiume Giordano Gesù è in fila con tutti i peccatori, sarà sul Calvario – il battesimo di sangue – che la sua passione e morte produrranno la salvezza di tutti. La pace, la convivialità, la fratellanza universale possono nascere solo da un sacrificio, da una rinuncia, da un comune cammino di umiliazione e di riconciliazione. Dio, in Gesù, l'ha compiuto fino in fondo, dalla grotta di Betlemme al Calvario. Ora tocca anche a noi se vogliamo essere suoi discepoli. E lo vogliamo, perché più di ogni altra cosa vogliamo la vittoria sul dolore e sulla morte, vogliamo la vita e la resurrezione.

Mons Angelo Sceppacerca8 gennaio 2023
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