Pentecoste | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Pentecoste

PentecosteBARNABA
Il volto di un uomo conformato pienamente alla croce del suo Signore.
La povertà di chi ha lasciato tutto e si è fatto pellegrino per annunciare il Vangelo.
Lo Spirito Santo è la luce, la forza e la guida di questo "figlio dell'esortazione".

Barnaba in quattro parole: vendere, chi, scelta, franchezza.
Mossi dallo Spirito anche noi vogliamo metterci alla sua scuola come Paolo...

Vendere
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa �figlio dell'esortazione�, un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli (At 4,34-37).

Dalla Parola...
Barnaba compare sulla scena del Nuovo Testamento con un'azione: vende quello che ha.
Evangelico fino dall'inizio.
Perché evangelico non è privarsi per il gusto di farlo o per scelta ideologica della povertà o per il piacere sottile di esser migliori degli altri.

...attraverso la vita...
Evangelico è donare ciò che si ha come atto di giustizia, come ricerca di comunione vera tra gli uomini e nella Chiesa.
È privarsi di qualcosa perché ognuno abbia secondo il bisogno, la necessità.
Poveri lo si può diventare, nel Vangelo solo perché si condivide.

...per la missione personale e comunitaria.
Una Chiesa povera è una Chiesa che condivide.
Una comunità povera è una comunità che condivide.
Una famiglia povera è una famiglia che condivide.
Il dono dispiegato della Pasqua è la condivisione di ogni bene, anche spirituale. A iniziare dal primo "dono": il Vangelo stesso.
La condivisione dei doni che la Provvidenza e lo Spirito fanno a ognuno è l'altro nome della missione.


Chi
Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente (At 11,25-26).


Dalla Parola...
Se Saulo è divenuto quello che è divenuto lo deve a Barnaba che a un certo punto lo mette in mezzo, lo getta nel ministero della predicazione.
Quando si ha un servizio uno spesso lo vive da solo, come una cosa sua.
Invece Barnaba si pone la domanda: "Chi? Chi può affiancarmi in questa opera?"

...attraverso la vita...
Una domanda da porsi sempre: "Chi?"
E scoprire che non si è mai soli, ma c'è sempre una compagnia da condividere nel servizio della vita, nella società e nella Chiesa.
Chi c'è accanto a te?

...per la missione personale e comunitaria.
Barnaba ci invita così a essere suscitatori di vocazioni nella Chiesa, ad assumere la responsabilità di affiancare sempre nuove "leve" nei servizi che ci sono affidati. Il missionario, prima di ogni altro frutto, produce... altri missionari.
Quando la domanda sul "chi?" si affievolisce, vuol dire che bastiamo a noi stessi e che stiamo diventando sterili, incapaci di posterità. Un padre senza figli, un missionario senza collaboratori... una contraddizione in termini!
Com'è necessario che lo Spirito mantenga viva in noi la passione per le cose che facciamo e la voglia di coinvolgere altri nei nostri servizi!!!


Scelta
C'erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: �Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati�. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono (At 13,1-3).


Dalla Parola...attraverso la vita...
Nessuna cosa che fai nasce da te.
Sei stato scelto per quello che sei,
Per quello che vivi.
Andare alla radice della chiamata che ha dato origine a ciò che vivi.
È la possibilità sempre presente del rinnovamento della tua storia.
Non è possibile routine se giorno per giorno ti ricordi che sei dove sei perché qualcuno, il Signore, ti ha scelto e chiamato attraverso le mille strade della vita, attraverso la forza della sua Parola.

...per la missione personale e comunitaria.
Sei uno sposo o una sposa perché il Signore ti ha scelto per lei, per lui.
Sei un missionario, una missionaria perché Egli ti ha inviato.
Sei una religiosa, un religioso perché un giorno Egli ti ha fatto conoscere il suo amore.
Sei un prete perché ti ha chiesto Lui di pascere i suoi agnelli.
Sei quello che sei perché riposi su una Parola creatrice del tuo Dio.
Quando la barca vacilla,
ritorna al porto da cui sei partito: quello della tua chiamata. E da lì riparti. Torna a puntare la prua verso l'alto mare: duc in altum!


Franchezza
Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: �Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore:
Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra� (At 13,46-47)

Dalla Parola...
La parresia è una parola che è risuonata spesso sulle labbra dei cristiani.
È dire le cose come stanno!
Franchezza si traduce...
Paolo l'ha imparato da Barnaba: essere veri può essere scomodo ma paga, alla fine.

...attraverso la vita...
Così per noi.
In un tempo in cui la franchezza è confusa con l'orgoglio,
e la parresia con la sfacciataggine,
dobbiamo trovare la forza di dire le cose così come le conosciamo.
Anche se sappiamo che può ferire qualcuno,
anche se sappiamo che non è politically correct ,
anche se ci rimettiamo.

...per la missione personale e comunitaria.
Dire che Gesù è l'unica salvezza del mondo è franchezza.
È la franchezza del Vangelo che dobbiamo al mondo che amiamo.
Non parliamo qui dell'orgoglio cristiano che esclude le mille vie della salvezza che lo Spirito sa inventare per condurre le persone e i popoli all'incontro con Cristo,
ma della verità che ci abita la vita e non possiamo tenere per noi.
Dobbiamo donarla, condividerla, spezzarla, farne partecipi ogni uomo e ogni cultura.

Che ci travolga la forza del tuo Spirito.
Che prevalga l'abisso della tua Misericordia,
o Padre.
L'umile grandezza di Barnaba
ci spinga a condividere ogni cosa che abbiamo ricevuto.
I beni della terra che in abbondanza abbiamo
nell'occidente di questi tempi.
I beni della sapienza, di secoli e secoli, di uomini e donne
che hanno vissuto, pensato e cercato il tuo volto.
I beni della fede dei quali tu ricolmi la tua Chiesa
e che vorresti diventassero lievito di un mondo nuovo.
La franchezza di essere così
sia la grazia che il tuo Spirito ci reca.
Gli occhi audaci di saper trovare persone nuove
che condividano con noi la passione del Vangelo.
Sia il dono della tua misericordia per noi
che in questa Pentecoste ci ritroviamo Chiesa estroversa.


Dal volto alle mani:
� Mettiamo le mani al portafoglio: il nostro, quello della nostra famiglia, della nostra comunità, della nostra parrocchia (se possibile)... e chiediamoci se la logica della condivisione è arrivata fin lì o si è arrestata nella nostra mente, magari ci ha scaldato il cuore e forse anche le parole per giudicare altri. Il nostro sforzo, per rispondere alla chiamata missionaria, deve essere quello di tradurre la logica della condivisione fin nella vita economica.
� Nella giornata per le vocazioni fermarsi davanti alla presenza eucaristica può essere un modo significativo per ritrovare la fonte della propria vita battesimale ed ecclesiale. Ma è anche l'occasione di pregare per le vocazioni , per i "collaboratori" di cui abbiamo bisogno per essere comunicatori del Vangelo in un mondo che cambia...
� Potremmo dar vita ad una mostra di pittura, fotografia, o altri prodotti artistici che presentino il volto di Gesù raccontato da non credenti o da credenti di altre fedi, che rispondono alla domanda: "Chi è Gesù per te? Che volto ha?" Può essere anche l'occasione per invitare ad un incontro i fedeli di altre religioni (ma anche non credenti) e presentare loro, con franchezza, quello che noi cristiani pensiamo del Signore e proporre loro di iniziare un'esperienza autentica di dialogo.


DALLE FRONTIERE DELLA MISSIONE, PROVOCAZIONI PER UNA PASTORALE DELL'ANNUNCIO

ITINERARI DI FORMAZIONE MISSIONARIA
La missione ad gentes comporta la proposta di uno stile di vita sobrio, essenziale e la solidarietà con i poveri nella sequela di Gesù, il servo di Dio. Incarnandosi come lui nella nuova realtà che il missionario incontra.
La comunità , vissuta tra fratelli e sorelle di diversi paesi e culture. Ciò rappresenta un dono e una sfida. Nel piano formativo significa crescere nell'accettazione reciproca tra le persone che costituiscono la comunità e nella mentalità di fare insieme.
La consacrazione a seguire Cristo unico Signore della propria vita, annunciandolo a tutti. Nell'ambito formativo questo aspetto comporta l'atteggiamento di voler favorire ambiti e condizioni per la unificazione della propria vita attorno alla sequela di Cristo e all'invio.
La formazione permanente dei missionari ad gentes e ad vitam è un tempo prolungato che pone attenzione alle dimensioni fisica, psicologica, spirituale e missionaria del missionario, con la finalità di un incontro più profondo con Cristo e di conseguenza per un servizio più evangelico ai popoli.
La formazione missionaria attraverso l'editrice EMI: in Luca 10,8-9 Gesù propone 3 atteggiamenti ai suoi discepoli: condividere la vita della gente (in questo settore si inseriscono i libri dell'EMI che parlano dei popoli, delle sfide della inculturazione, dell'interculturalità, delle religioni, dei nuovi stili di vita); servire (è il settore che raccoglie le testimonianze di persone e di vita della missione); evangelizzare (è la parte delle pubblicazioni che parlano dell'annuncio, del comunicare il Vangelo, delle scuole bibliche).
La formazione attraverso il CUM, il servizio della CEI per la formazione missionaria ad gentes. I destinatari dei corsi sono i missionari che partono, i missionari di altri continenti che arrivano in Italia, gli animatori missionari in Italia e gli operatori missionari dei mass-media. I contenuti che si propongono hanno per oggetto la storia, la cultura, la situazione sociale , politica e religiosa, il cammino della chiesa dei popoli di destinazione dei missionari. Nei corsi si cerca di favorire l'approfondimento delle motivazioni personali ed ecclesiali alla partenza e si promuove lo scambio delle chiese e delle culture. L'esperienza dei corsi è di comunione tra i corsisti. Si vive una esperienza di chiesa. Alcune priorità: offrire alle Chiese locali elementi per un piano di invio, di accompagnamento e di rientro dei missionari che coinvolga tutto il popolo di Dio attorno al suo vescovo; favorire lo scambio tra le Chiese attorno ai missionari per affrontare insieme le sfide comuni. Difficoltà: il servizio del CUM arriva ai sacerdoti diocesani fidei donum e alle piccole congregazioni. Sono pochi gli organismi di volontariato che partecipano ai corsi e mancano gli istituti missionari, gli ordini religiosi e le grandi congregazioni.
La formazione missionaria delle PPOOMM. Le Pontificie Opere Missionarie sono uno strumento delle chiese locali per realizzare la missione universale di tutto il Popolo di Dio. Sono promosse dai laici attraverso l'animazione e la formazione. Sono di carattere popolare. Le quattro Opere producono sussidi che scandiscono i tempi fondamentali dell'anno ecclesiale.
La formazione degli Organismi di Volontariato Internazionale aderenti alla FOCSIV. La proposta formativa diretta ai volontari è promossa nel Percorso Formazione Comune (PFC) con i contenuti suddivisi in diverse aree: etico-religiosa, socio-antropologica, socio-economica, progettuale, psico-attitudinale e legislativa-burocratica. La metodologia è attiva con fasi di dibattito, relazioni, lavori di gruppo e di simulazione. Il corso ha una durata di 35 ore, e si realizza secondo la tipologia che ogni organismo ritiene più adeguata alle proprie esigenze: settimane residenziali, incontri serali, week-end.

LA FORMAZIONE MISSIONARIA DEL POPOLO DI DIO.
L'educazione capillare alla universalità è un impegno costante e attento di tutta la pastorale, soprattutto quella che si è messa in stato di "conversione". Tre suggerimenti:
Una comunità eucaristica. L'Eucaristia domenicale va posta al centro della vita della comunità cristiana perché nella Eucaristia tutto parla di universalità: la Parola, il memoriale del mistero pasquale, e la missione di Gesù che continua nella testimonianza della carità dei suoi discepoli. Con la eucaristia, la Chiesa diventa "casa e scuola di comunione" per i cristiani che celebrano ogni domenica l'incontro eucaristico con Cristo, per i cristiani che rischiano di dimenticare il proprio battesimo e vivono nella indifferenza religiosa, e per coloro che hanno aderito ad altre religioni e ai non battezzati presenti nelle nostre terre.
Esperienze di vita personali e comunitarie ancorate al vangelo.
Nelle nostre comunità sono sorti in questi anni gruppi e movimenti che vivono con radicalità il Vangelo. In essi l'amore alla Parola si salda fortemente ad un forte impegno di carità. Ora il passo da fare è che queste esperienze si integrino quale sale e lievito nel cammino comune delle comunità cristiane.
Comunità animatrici di speranza. L'esperienza di Cristo nelle comunità sviluppa l'umanità di ciascuno e apre i cristiani alla collaborazione con tutti, per un mondo più giusto e solidale. Fioriscono così i semi di speranza ovunque sparsi. I gruppi missionari, quali luoghi e strumento di animazione missionaria nelle parrocchie hanno un ministero importante nella chiesa locale. La formazione missionaria dei gruppi missionari ha alcune priorità: la spiritualità, l'appartenenza alla comunità ecclesiale; l'apertura alla mondialità.

Don Angelo Sceppacerca5 aprile 2006

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