Ottobre Missionario - SACRIFICIO E IMPEGNO (Seconda Settimana) | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Ottobre Missionario - SACRIFICIO E IMPEGNO (Seconda Settimana)

Ottobre Missionario - SACRIFICIO E IMPEGNO (Seconda Settimana) Domenica 8 ottobre, XXVIIa del tempo ordinario

SACRIFICIO E IMPEGNO
CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI DIO COME UN BAMBINO, NON ENTRERÀ IN ESSO

IL SIGNIFICATO DELLA SETTIMANA
Come in cielo, così in terra. Se abbiamo conosciuto il modo in cui Dio ama tutti gli uomini, anche noi scegliamo di impegnarci e di donarci nei luoghi prossimi e lontani dell’unica missione della Chiesa.

Atto penitenziale
Celebrante: Signore, tu hai perdonato le nostre colpe;
rivestici di altrettanta misericordia verso i nostri debitori
e muovi il nostro cuore verso chi attende soccorso.
Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

Tutti: Signore, pietà!

Celebrante: Cristo, insegnaci a somigliarti
e ad imparare da te che sei mite ed umile di cuore:
non ci costerà rinuncia e sacrificio
perché tutto sia dono all’altro.
Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!

Tutti: Cristo, pietà!

Celebrante: Signore, tu sei la misura dell’amore del Padre.
Perdona le nostre miserie e vieni in nostro soccorso.
Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

Tutti: Signore, pietà!


Lectio divina

Vangelo: Marco 10, 2-16
In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, domandarono a Gesù: “E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?”. Ma egli rispose loro: “Che cosa vi ha ordinato Mosè?”. Dissero: “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla”. Gesù disse loro: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto”.
Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”.
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”. E prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani li benediceva.

COMMENTO
L’evangelista Marco raccoglie le indicazioni di Gesù su cosa vuol dire essere suoi discepoli. Queste indicazioni sono rivolte a tutti, non solo alla ristretta cerchia degli apostoli. Essendo la condizione matrimoniale e familiare la più diffusa, se ne discute anche con Gesù e gli chiedono il suo pensiero. Gesù sposta il livello del suo messaggio – il vangelo, appunto – ben al di sopra delle consuetudini pagane e della stessa legge mosaica, riconducendo lo sguardo al progetto originario di Dio sull’uomo e sulla donna. Originario nel senso delle origini, della creazione, dunque a livello della natura stessa della persona umana.

ATTUALITÀ
Non doveva essere facile, allora, un simile dibattito. Più o meno come lo è ai giorni nostri, soprattutto se immaginato all’interno di una trasmissione televisiva o in pagina di giornale: a credere nell’indissolubilità del matrimonio, come pure alla sua fedeltà, sembra che non sia affatto la maggioranza, almeno quella “ospitata” dai mass media. Eppure Gesù insiste nel portare la visione del matrimonio su un altro piano. Perché? Perché la legge, che pure ammetteva il divorzio anche se con molte restrizioni, aveva la preoccupazione di regolare la prassi, la consuetudine del divorzio, anche per tutelare la parte più debole, ossia la donna, contro il libero arbitrio dell’uomo che nel contratto matrimoniale aveva il ruolo decisivo, il controllo totale. Di più. Tra i maschi, ancor più potevano i ricchi giacché, proprio a causa della loro ricchezza, potevano (anticamente, ma anche oggi in ambiente musulmano) permettersi non solo il divorzio, ma anche la poligamia.

PER LA MISSIONE
Troppo poco per Gesù vincere un confronto. Lui deve annunciare la sua persona. Per questo non si lascia imbrigliare nella discussione sulla liceità del divorzio. Il confronto gli serve solo per presentare – ri-presentare – il disegno di Dio sul matrimonio fra un uomo e una donna. Il disegno di Dio è anche il capolavoro di Dio, perché non vi è altrove altro ideale e altra chiamata più sublime, possibile e al tempo stesso ardua, del matrimonio cristiano. Questa novità del matrimonio è possibile proprio grazie a Gesù, perché solo in Lui l’uomo può amare la donna - e viceversa - con lo stesso amore di Dio. Essere missionari, annunciatori del Vangelo, significa mettersi sul piano di Gesù, andando al di là delle questioni puramente tradizionali e culturali, per raggiungere il cuore, le questioni ultime, laddove il Vangelo illumina e risana.

Preghiera dei fedeli
Signore, tu ci hai detto che non è lecito nessun ripudio, nessun abbandono. Se Tu, il Signore, perdoni anche chi ha colpa, aiutaci a sentire viva e pressante la nostra responsabilità verso tutti. Per questo ti preghiamo

Signore, quante volte le donne, in famiglia e ovunque, soffrono a causa di discriminazioni e violenze gratuite. Mentre chiediamo perdono per queste colpe, insegnaci a valorizzarne la presenza e l’opera, i sacrifici e la testimonianza. Per questo ti preghiamo.

Proposta di gesti concreti da vivere nella settimana
Dobbiamo scegliere fra le cose che ci costano sacrificio e richiedono impegno.
1. Inizierò dai rapporti familiari. Se c’è qualcosa da sistemare, ricominciare, stemperare, recuperare, cercherò tempo e occasione… E questo tra i vari soggetti della famiglia: coniugi, figli, nonni, zii…
2. Anche l’ambiente del nostro lavoro (sia esso di ufficio, fabbrica, scuola, casalingo) è luogo e occasione per offrire un sacrificio (tempo e mezzi) o per impegnarci più a fondo. Quello che conta è che il frutto sia un segno dello Spirito (pace, riconciliazione, gioia…) e un gesto concreto di condivisione (offrire l’equivalente di un’ora o più di lavoro alle missioni..)

8 ottobre 2006

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