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MISSIO - PONTIFICIA UNIONE MISSIONARIA (PUM) OTTOBRE MISSIONARIO - Invitati ad essere straordinari nell'amore

C’è un passaggio nel Vangelo di Matteo che caratterizza tutta la vita del discepolo di Gesù: “Infatti se amate solo quelli che vi amano quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”(5,42-43).

La caratteristica dei discepoli di Gesù, il Cristo, è l’amore; un amore che non ha termini di paragone riscontrabili nel nostro mondo. Non è l’amore di una madre, di un padre, di uno sposo o sposa, di un figlio o figlia, di un amante, di un filantropo, di un amico o amica, ma qualcosa di completamente nuovo e diverso.

Quella piccola parola “straordinario” che Gesù usa nell’ammaestrare i suoi discepoli deve darci la qualità e la quantità dell’amore con cui possiamo entrare nella vita degli altri.

Di questa qualità e quantità dell’amore si può farne esperienza solo vivendo in unione con Dio, la si può attingere solo dall’amore fontale del Padre, udito, veduto contemplato, toccato nel Figlio, e riversato nei nostri cuori dallo Spirito, affinché possiamo essere santi come lui è santo: amare è essere santi.

Al testimone del Risorto è chiesto di amare semplicemente ed totalmente come Cristo ci ha amati, lui è l’esempio da imitare: “oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a Colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della Croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siamo stati guariti” (1Pietro 2,23-25).

Per la Giornata Missionaria Mondiale l’invito viene ancora rivolto a tutti quelli che sono stati mandati nel mondo ad essere semi di speranza per ogni uomo: “Amatevi come io ho amato voi”. Noi non possiamo sceglierci la missione, quello che dobbiamo fare ci è stato chiaramente detto: “Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi”.

“Come…così…” Il termine di paragone è lui, il Missionario del Padre, che venne affinché noi diventassimo partecipi della sua natura divina ed e così divenire cooperatori con lo Spirito alla trasformazione dei cieli e della terra, perché l’Amore potesse essere tutto in tutti.

Tutti missionari! Tra i discepoli del Cristo non ci sono alcuni che non sono missionari; tutti chiamati e mandati affinché il mondo possa fare esperienza dell’amore di Dio.

E a loro non è stato promesso che il mondo li amerà se loro lo amano, a loro è stata promessa e donata una nuova identità, un nuovo essere, una vita nuova: l’essere amati da Dio.

Il cristiano è tale quando ama, e l’amore più grande che può esprimere è condividere il dono dell’amore di Dio proclamandolo con ogni mezzo, in ogni luogo, in ogni tempo, opportuno ed inopportuno.

p. Ciro Biondi, pime
Segretario Nazionale PUM