Ottobre Missionario - VOCAZIONE E RESPONSABILITÀ (Terza Settimana) | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Ottobre Missionario - VOCAZIONE E RESPONSABILITÀ (Terza Settimana)

Ottobre Missionario - VOCAZIONE E RESPONSABILIT� (Terza Settimana)Domenica 15 ottobre – XXVIIIa del Tempo Ordinario

VOCAZIONE E RESPONSABILITÀ
VA’ VENDI QUELLO CHE HAI E DALLO AI POVERI; POI VIENI E SEGUIMI

IL SIGNIFICATO DELLA SETTIMANA
Nella corsa che non porta da nessuna parte, vogliamo fermarci e alzare lo sguardo al volto del Signore per ascoltarne la voce. Per ognuno una chiamata, un compito.
La vocazione è il tesoro nascosto. la perla consegnata ad ognuno. Preziosa e irripetibile. Come posso non rispondere? E’ questo il senso della re-sponsabilità. E’ il muovermi dopo essere stato chiamato, soccorrere dopo essere stato perdonato, amare perché a mia volta, da sempre, sono amato.

Atto penitenziale
Celebrante Signore, tu che hai pronunciato il nome di ciascuno
fin dal grembo materno. Aiutaci a corrispondere al dono della vita e della vocazione. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Tutti Signore, pietà!

Celebrante Cristo, Tu che in tutto hai fatto la volontà del Padre
aiutaci a corrispondere alla nostra vocazione
che è la volontà del Padre su di noi. Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Tutti Cristo, pietà!

Celebrante Signore, Tu che sei il missionario del Padre,
e ti sei inginocchiato dinanzi agli apostoli nel gesto della
lavanda dei piedi. Fa che ti imitiamo nei confronti di ognuno.
Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Tutti Signore, pietà!

Lectio divina
Vangelo: Marco 10, 17-30
In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”.
Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa solo ti manca: va’ vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!”. I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: “Figlioli, com’è difficile entrare nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: “E chi mai si può salvare?”. Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio”.
Pietro allora gli disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già nel presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna”.

COMMENTO
Al giovane che gli si getta davanti in ginocchio e gli chiede cosa debba fare per avere la vita, Gesù pone come prima condizione l’osservanza dei comandamenti che riguardano l’amore del prossimo. Non menziona il comandamento dell’amore di Dio, il più importante, perché questo comandamento riceverà una nuova formulazione nel corso del dialogo. La nuova formulazione è la sequela di Gesù. Il regno di Dio, infatti, è ora presente nell’umanità di Gesù: è Lui la manifestazione del Dio da amare.
Il giovane non lo sospetta neppure, ma qui sta la Buona Notizia: Dio stesso è donato agli uomini in Gesù. Amare Dio d’ora in poi significa seguire Gesù. Chi non accoglie Lui e non lo segue, in realtà perde tutto: Dio e la propria vita.

ATTUALITÀ
La proposta di Gesù: “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri” fa paura al giovane, che si allontana triste, “perché aveva molti beni”. E’ l’inganno dell’autosufficienza, del bastare a se stessi, dei beni come sicurezza e felicità. Quando un cuore è così “fasciato”, la proposta di Dio suona come una minaccia al proprio vivere. Così deve essere parso al giovane del racconto, e così a tanti giovani oggi.
Occorre riconoscere che tutto è dono, a cominciare dalla vita, per essere liberi di donare e di donarsi. Il Vangelo è un capovolgimento del pensiero dell’uomo. Al cuore del racconto, c’è Gesù, che guarda e ama: “fissatolo lo amò”. E’ questo sguardo pieno d’amore, che il giovane era chiamato a incrociare. Eppure anche l’allontanarsi del giovane non può mutare lo sguardo di Gesù. E la memoria di questo amore farà possibile ogni ritorno.

PER LA MISSIONE
Cosa c’è di più dei comandamenti di Dio? La libertà. Da tutto e da tutti; la povertà – che è l’altro nome della libertà – nel senso del dono radicale e definitivo di se stessi. Può sembrare una cosa impossibile, una contraddizione in termini (comandamenti e libertà) perfino a capire, ma non “nei pressi di Dio”. E proprio “presso Dio” bisogna andare e verificare se ci sono persone che hanno lasciato tutto e tutto – moltiplicato per cento volte – hanno ricevuto in cambio dall’amore di Dio. Ne conoscete di persone così? Ce ne sono molte. Sono i discepoli del Signore, innumerevoli e in ogni epoca. Liberi e gioiosi, come Francesco di Assisi, Camillo de Lellis, Teresa di Calcutta, tanto per nominarne alcuni, capostipiti, a loro volta, di schiere di altri discepoli, uomini e donne felici di lasciare il poco che avevano e di trovare – presso Dio – il molto che neppure osavano sperare e immaginare. Sono i missionari. E come il vangelo è per tutti, così anche la missione, la vocazione missionaria, è per tutti. Fa parte del battesimo, il nostro codice genetico.

Preghiera dei fedeli
1 Signore, non ti sei mai tirato indietro dinanzi ad ogni violenza e sopruso. Hai, invece, risposto con franchezza, forza e sincerità. Donaci la virtù della parresia, per difendere i più poveri ma soprattutto per costruire i presupposti della giustizia. Per questo ti preghiamo.
2 Signore, come ai tuoi apostoli non mancò il coraggio e la gioia di seguire la tua chiamata, dà anche a noi la libertà di lasciare tutto per seguire Te solo, dove e come vuoi. Sempre sulle strade della missione. Per questo ti preghiamo.

Proposta di gesti concreti da vivere nella settimana
1 E’ la settimana dei volti che danno speranza al nostro tempo: sono gli uomini e le donne testimoni del Vangelo. Missionari, laici e consacrati; volontari, operatori di pace… Ne cercherò qualcuno per ascoltarlo, incontrarlo, conoscerlo, sostenerlo, condividerne l’esperienza. E alla fine più chiaro sarà il discernimento della nostra vocazione e più pronta la risposta di ognuno.
2 Mi impegnerò a sostenere la missione universale della Chiesa con la preghiera, umile, costante, sincera.
3 Mi impegno a preparare la Giornata Missionaria Mondiale di domenica prossima, offrendo il mio aiuto materiale, il mio tempo, destinando il ricavato di una rinuncia significativa.

15 ottobre 2006

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