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La conferenza della Bignardi dello scorso 17 dicembre
Il Centro Polifunzionale di Colle San Giovanni, domenica 17 dicembre alle ore 16.30, ha mostrato la sala tutta gremita di persone della città di Trivento e dei rappresentanti di molte delle parrocchie della Diocesi. Particolarmente nutrite sono state le delegazioni dei gruppi parrocchiali di Azione Cattolica. Tutti sono stati invitati personalmente dal Vescovo diocesano mons. Scotti, in occasione del primo anniversario della suo ingresso trionfale in Trivento.Alle 16.45 in punto, don Osvaldo Rossi, il sacerdote che in rappresentanza del clero diocesano ha partecipato al Convegno Ecclesiale di Verona, ha presentato la dott.ssa Paola Bignardi una esperta e a livello scientifico e sul piano di applicazione concreta della moderna pedagogia, ben inserita nei circuiti culturali internazionali. La relatrice ha iniziato la sua splendida conferenza: per quasi due ore ha incantato la platea con le sue argomentazioni stringenti e convincenti sulla validità dell’apostolato dei laici-cristiani, in piena sintonia ecclesiale e in perfetta autonomia, scaturente dai dettami del Vangelo, onde trasformare la comunità parrocchiale da statica e tradizionalista in vero gruppo missionario in grado di incarnare il presente della fede e ravvivare tutta la società civile nel segno della speranza.
Infatti “…l’organismo sociale della Chiesa appare tutto al servizio dello Spirito di Cristo, in un’ analogia con il mistero dell’incarnazione, in cui la natura assunta è al servizio del Verbo divino” e “La chiesa nella sua totalità è il popolo di Dio, nel quale ciascuno riceve l’unica e medesima vocazione e gode radicalmente della stessa dignità”. In questa nuova prospettiva, l’attenzione si sposta dalle strutture al soggetto ecclesiale, al “noi” della chiesa, alla Koinonia di persone, che nasce dalla comunione con Dio.
La Bignardi ha delineato i seguenti Punti fermi del laico adulto: egli ha una fede motivata, capace di dar conto di se stessa, di "dar ragione della speranza che c’è in lui" (cfr 1 Pt 3, 15). Per nutrire questa fede si rapporta costantemente alla Parola. Di lì attinge i criteri di discernimento, le motivazioni del suo essere e del suo agire cristiano. Perciò sa investire la sua fede nella vita e la testimonia tra gli uomini là dove il Signore lo manda. La coerenza è la sua costante aspirazione perché l’essere è per l’agire. Ha coscienza di essere Chiesa e di avere in essa un ruolo preciso. Partecipa perciò alla vita della comunità sentendosi responsabile dei suoi impegni e delle sue scelte. Assume le sue responsabilità nella famiglia, nella comunità cristiana, nella società. La sua vita è un servizio. È capace di dialogo e di comunione. Non si chiude in se stesso, ma si apre allo scambio con gli altri, nella gioia di progettare insieme per il bene di tutti. È animato dall’inquietudine apostolica. Sente che la fede è una cosa troppo bella perché possa tenerla per sé, e comunica agli altri il Cristo che lo ha reso felice. Non si lascia fagocitare dall’azione, ma è capace di contemplazione e di preghiera, e di lì attinge energie per il suo impegno quotidiano. Ci si deve impegnare a rifiutare la scelta di “vivere isolatamente, individualmente la nostra esperienza di laici cristiani”, andando anche oltre l’orizzonte della natura e delle finalità associative delle organizzazioni cattoliche frammentate, in Italia, in oltre sessanta sigle diverse e per avere il coraggio di instaurare un’interessantissima fase di trasformazione.
Alla fine, ad alcuni dei presenti che le hanno posto domande chiarificatrici di alcuni dei più bei concetti da lei esposti, la convincente relatrice ha risposto con chiarezza illuminante e con appassionato afflato segno di una vera esperienza vissuta e di una non comune testimonianza cristiana concretamente praticata.
A conclusione il Vescovo Scotti, visibilmente soddisfatto per la grande partecipazione e per il vivo interesse manifestato dai presenti, ha ringraziato calorosamente la relatrice, prima donna nella storia a guidare la grande organizzazione dell’Azione Cattolica Italiana. Il Vescovo ha ora in animo di lanciare come progetto pastorale per questo suo secondo anno di ministero episcopale in diocesi quattro applicazioni pratiche di impegno e di apostolato: ogni famiglia deve diventare da oggetto di evangelizzazione vero soggetto di testimonianza e di missione cristiana nella società; in ogni parrocchia ci si deve attivare concretamente per la realizzazione del Consiglio Pastorale; almeno nei grandi centri può e deve sorgere una cellula dell’UNITALSI come attenzione e accoglienza del Cristo infermo; e, infine, di deve prestare maggiore attenzione ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani istituendo, ove possibile degli oratori parrocchiali o interparrocchiali.
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaTrivento (CB), 20 dicembre 2006