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Cinquantesimo di sacerdozio del parroco don Paolo Tulipano
Sabato sera, 20 gennaio, mons. Domenico Angelo Scotti e tanti altri sacerdoti della Diocesi di Trivento, a San Biase, per concelebrare nella chiesa parrocchiale e per ringraziare il Signore in occasione del cinquantesimo di sacerdozio del parroco don Paolo Tulipano.
Tutti a San Biase, paese vicino a Trivento con appena 300 abitanti e a 820 metri sul livello del mare, conoscono, amano e seguono don Paolo che, nel quotidiano scendere a livello della sua gente, è stato bravissimo nel dispensare la parola del Signore, nell’aiutare i fedeli a riconciliarsi con la divina misericordia e a sapersi spendere per il proprio simile, e in questo ha manifestato sempre un cuore umile e appassionato, uno zelo fatto di generosi slanci, di una vitalità indomita e altruista. La festa è stata un dono, tenuta segreta fino all’ultimo momento, doveroso e meritato per questo saggio, umile, bravo, unico prete.Infatti chi, in tutti questi anni del suo apostolato in mezzo a noi, si è avvicinato a don Paolo, lo ha conosciuto come un sacerdote diverso dagli altri e ha saputo apprezzare in lui l’uomo di Dio, tutto a servizio dei suoi fedeli, così ben educato, temprato e allenato alla povertà e alla carità, fin dai tempi del suo noviziato in terra umbra, a Narni. Lo stile della sua testimonianza costante, nella rinuncia a tante pur lecite comodità, ma i battenti della sua casa sempre aperti all’accoglienza e all’ascolto, ci ha fatto capire che per lui il Signore è stato e sarà sempre la ricchezza suprema, per essere più libero di servire e di amare: quasi un deporre le vesti della mondanità, proprio come Gesù nell’ultima cena prima di lavare i piedi agli apostoli, un alleggerirsi delle ingombranti suppellettili della terra per una forte denuncia contro il consumismo imperante e un invito educante alla solidarietà. In lui tutti hanno potuto ammirare una fedeltà al Vangelo e un impegno altruistico che, senza cadere nelle solite e sterili denuncie stereotipate contro una politica distorta e un’assenza di interventi produtivi, lo portarono anni fa, disposto anche a pagare di persona, passando dalla semplice protesta a proposte concrete e invogliando i fedeli a rendere fruibili i terreni inutilizzati, a farsi promotore di una bellissima esperienza: la costituzione in paese di una cooperativa che produceva frutti di bosco e lui, don Paolo, ci mise tutto, passione, tempo entusiasmo, fino al lastrico dell’annientamento.
Sabato, con il ricordo emozionante della sua ordinazione sacerdotale e della sua prima messa, presi dall’euforia della festa, si sono spesi, per don Paolo, fuochi di artifici di parole piene di elogi. Ora, spenti i riflettori della festa, una volta ormai ritrovato il deserto del silenzio, si continuerà sicuramente a stare tutti molto più vicino a don Paolo, confratelli sacerdoti e parrocchiani, proprio a lui, così restio a chiedere per sè e tanto generoso a donarsi agli altri, non solo per carpire il misterioso segreto della sua serenità e della sua pace, ma anche per ridargli, come segno di gratitudine, un po’ di quel sostegno e aiuto di cui, in momenti di particolare sofferenza e malattia, forse comincia ad averne di bisogno, ma che, nella sua umile dignità, non chiederà mai a nessuno.
Auguri, al caro don Paolo, tante felicitazioni per lui e per la sua parrocchia: adesso l’impegno è di andare avanti con rinnovata fiducia nella speranza che in questa parrocchia egli possa continuare ad essere sempre a servizio di tutti ed in particolare di coloro che soffrono e hanno bisogno di aiuto.
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaSan Biase (CB), 20 gennaio 2007