“Ci vuole molto tempo, per diventare... giovani” (Pablo Picasso) | Diocesi di Trivento

Riflessioni

“Ci vuole molto tempo, per diventare... giovani” (Pablo Picasso)

“Ci vuole molto tempo, per diventare... giovani” (Pablo Picasso)In questi giorni ricorrono molti anniversari di ordinazioni sacerdotali, a tutti i confratelli porgo i più cordiali ed affettuosi auguri. Intanto tento di fare questa semplice riflessione, con essa mi sforzo di rileggere il senso della mia vita passata, nella speranza di prevedere anche un po’ il mio futuro.

Guardo indietro e, sopra il vetro opaco del tempo, rivedo tutto il mio passato. Mi faccio resistenza per non andare via. E mi fermo per rileggere la storia di una divina chiamata, imprevista e immeritata, solo frutto di un amore divino che ha richiesto però lo slancio di una risposta generosa, semplicemente perché è stata qualcosa che mi ha preso l’anima e non mi ha più abbandonato.

Quando Dio irrompe nella storia, nella vita di un uomo non ci sono argini che tengano: Egli è stato più che un fiume in piena, un tornado che ha scompaginato tutti i miei progetti precedenti. Egli mi ha presentato una proposta che mi ha travolto, coinvolgendomi totalmente, ed io non ho potuto far altro che innamorarmi di Lui e lasciarmi trasportare là dove Lui voleva.

Ritrovo, oggi, lembi di vita, solchi di pensieri, quasi origami accartocciati, ma mai ingialliti, quei desideri infiniti di bene che sono tutto il mondo di un sacerdote, ultimo poeta della coscienza, che nelle sue mani stringe ancora alcuni, e forse gli ultimi, preziosi semi di speranza!

Mi fermo a contemplare i trentanove anni di sacerdozio: illuminati da magici tramonti e aperti verso orizzonti colorati, nicchie ricolme di solfeggi divini e dedali infiniti di parole di vita, opere incompiute di salvezza, anche se un mondo indifferente si nasconde subdolo dietro alla mia quotidiana fatica, cosparsa di farraginose assenze e di colpevoli rattoppi, di tante omissioni.

Eppure lo Spirito su di me continua a ricamare progetti di pace…

Il sole della grazia incide sul muto e terso cristallo della coscienza, mentre le parole gradite e gli auguri sinceri risuonano vaganti festosi nella mia testa, e perciò verso lacrime di gioia che cadono sull’asfalto nero, sporco di polvere, ma caldo di piacevoli ricordi.

Cristo, il Signore, resta ancora oggi per me l’unico punto fermo, anche se io mi sento inadeguato, così debolmente fragile nelle mie evanescenti risposte.

Mi rimane pur sempre una valigia piena d’amore e d’ozio, tutta gonfia di progetti e di sconfitte, che depongo ai Suoi piedi e gli chiedo perdono sincero. Ma, soprattutto, lo ringrazio.

Infine a Lui chiedo per me, per te che leggi, per tutti noi sacerdoti, forza, coraggio e sostegno per andare avanti, per non arrenderci… mai.

Don Mimì Fazioli

di don Mimì FazioliTrivento (CB), 7 luglio 2008

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