Una lettera del vescovo Scotti per la Quaresima 2009 | Diocesi di Trivento

Editoriale

Una lettera del vescovo Scotti per la Quaresima 2009

Una lettera del vescovo Scotti per la Quaresima 2009

“Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere”

(Sl 118, 94)

Carissimi,
la Pasqua di Risurrezione è l’evento centrale della nostra fede. Essa rappresenta il culmine dell’amore di Dio per tutti, per ciascuno di noi, ed è il mistero di salvezza dell’umanità. La Chiesa, da lunga tradizione, ha dedicato il tempo quaresimale quale tempo forte di preparazione per giungere a celebrare la Pasqua spiritualmente rinnovati.

Quest’anno la Quaresima ci coglie mentre stiamo attraversando un momento tra i più difficili per la nostra società. Ci sono stati tempi duri anche nel passato, ma i mesi che viviamo sono particolarmente confusi e sofferti. Constatiamo, ogni giorno, con viva preoccupazione, il dilagare del degrado morale che opera come un tarlo il quale, in modo molto subdolo e pernicioso, corrode e divora i valori e gli ideali della nostra società fino a rendere la vita in comune difficile e piena di paure per il futuro.

Si è aggiunta, ultimamente, una profonda crisi economica la quale crea difficoltà nel mondo del lavoro, con una diffusa disoccupazione che fa soffrire tante famiglie e umilia tanti giovani i quali non vedono realizzarsi le aspettative di un futuro sereno, nonostante i molti anni dedicati allo studio con la speranza di un lavoro sicuro e soddisfacente; la difficoltà economica affligge anche i pensionati e gli anziani in particolare. Si respira nell’aria persino il timore, per talune tensioni tra le istituzioni democratiche, su temi, problemi e valori delicati e vitali.

Nonostante tutto siamo chiamati a vivere con fedeltà e spirito di vigilanza cristiana la Quaresima; il Signore con la sua parola ci illumina e ci interroga, sta vicino a ognuno di noi con la sua misericordia e ci invita ad armarci di coraggio, di pazienza, di perseveranza e, soprattutto, di speranza. Tutto con lo sguardo di fede e di amore rivolto a Cristo crocifisso.

“Certamente oggi, come afferma Benedetto XVI, è diventato sicuramente più difficile credere, sempre più difficile accogliere la Verità che è Cristo, sempre più difficile spendere la propria esistenza per la causa del Vangelo. Tuttavia come la cronaca quotidiana registra, l’uomo contemporaneo appare spesso smarrito e preoccupato per il suo futuro, in cerca di certezze e desideroso di punti di riferimento sicuri. L’uomo del terzo millennio, come del resto in ogni epoca, ha bisogno di Dio e lo cerca talora anche senza rendersene conto. Compito dei cristiani, in modo speciale dei sacerdoti, è raccogliere quest’anelito profondo del cuore umano ed offrire a tutti, con mezzi e modi rispondenti alle esigenze dei tempi, l’immutabile e perciò sempre viva e attuale Parola di vita eterna che è Cristo, Speranza del mondo”.

E’ diffuso, nella nostra società contemporanea, un sentimento di paura e non sempre i responsabili del pubblico potere e gli operatori dei mezzi di comunicazione sociale aiutato a superarlo, infatti talora, ipocritamente, si atteggiano ad apparire protagonisti di una cultura di vita, mentre in realtà i veri risultati del loro operare consistono nel fatto che viene vilipesa la dignità delle persone e della vita stessa, insieme tanti altri valori che hanno resa grande la nostra civiltà.

La Quaresima che stiamo per iniziare ci trovi impegnati ancora di più nella preghiera prolungata, riservandoci momenti di silenzio, praticando il digiuno, operando alcune piccole rinunce e vivendo l’attenzione solidale e la cura per i fratelli, nel servizio della carità e soprattutto nell’ascolto responsabile della Parola di Dio. Dobbiamo fare un cammino spirituale che ci porti dalla carità della verità alla carità delle opere e, quindi, alla carità della pazienza e a quella di saperci chinare su quanti sono in difficoltà.

Il Papa nel suo messaggio per la Quaresima si sofferma a riflettere sul valore e sul senso del digiuno. “Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani il privarci di un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro sostentamento. Le Sacre Scritture e tutta la tradizione cristiana insegnano che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso conduce. Per questo nella storia ricorre più volte l’invito a digiunare”.

Già nell’Antico Testamento leggiamo che Dio non gradisce il digiuno ostentato, come non gradisce le opere di penitenza e di devozione esagerate e ipocrite: usare sacco e cenere per letto e poi non praticare la giustizia e la carità. Il vero spirito della penitenza che egli ama lo troviamo descritto dal profeta Isaia: “…sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo” (Is 58, 6).

Nel riascolto di queste parole pensiamo alle sofferenze di tanti strati sociali, alle diffuse drammatiche violazioni della dignità umana, al vuoto morale espresso da tanti programmi televisivi. Occorre il coraggio di reagire soprattutto per non esporre i giovani a uno stile di vita amorale e facile alla violenza.

Il profeta, poi, dopo aver sollecitato azioni di giustizia, suggerisce alcune opere di misericordia: “Dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti” (Is 58, 7).

Le opere di misericordia possono guarire anche oggi le ferite di tanti fratelli e nostre. Il Papa, nel suo messaggio quaresimale, suggerisce il modo come lenire le tante ferite interiori: “la fedele pratica del digiuno contribuisce inoltre a conferire unità alla persona corpo e anima aiutandola a evitare il peccato e a crescere nell’intimità con il Signore… Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo facilita un’interiore disposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza. Con il digiuno e la preghiera permettiamo a Lui di venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro intimo.”

La Quaresima, dunque, chiama a una conversione che si esprime in atti di carità e che ci fa, nello stesso momento, rinnovare interiormente e risanare. Tutti desideriamo, infatti, anche un risanamento morale, personale e sociale, per noi e per la nostra comunità. E’ il Signore che chiama a seguire il Vangelo della vita per farlo diventare criterio di discernimento nelle nostre scelte quotidiane. Il cammino quaresimale allora acquista una luce nuova: rientrare in noi stessi, ascoltare la Parola, purificarci con il sacramento della Riconciliazione: sono proprio queste le modalità per andare a incontrare il Risorto e nutrirci di Lui. Questo tempo di grazia facciamolo diventare particolarmente il tempo della famiglia. Esorto vivamente a farlo con le parole del venerato pontefice Paolo VI: “la famiglia, come la Chiesa, deve essere uno spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui il Vangelo si irradia. Dunque nell’intimo di una famiglia cosciente di questa missione, tutti i componenti evangelizzano e sono evangelizzati. I genitori non soltanto comunicano ai figli il Vangelo, ma possono ricevere da loro lo stesso Vangelo profondamente vissuto. E una simile famiglia diventa evangelizzatrice di molte altre famiglie e dell’ambiente nel quale è inserita” (Evangelii Nuntiandi).

E’ un tempo favorevole per ravvivare, come si fa per il fuoco sotto le ceneri, l’amore nella famiglia, anche se esso apparisse quasi spento, privo di visibilità esteriore, esso può essere sempre ravvivato al soffio dello Spirito donato nel sacramento del Matrimonio per ripartire, per ricominciare con nuovo slancio. Questo ravvivare è affidato alla responsabilità dei genitori, ma è anche il frutto di un dinamismo di grazia che si sprigiona dal dono di Dio. E così il dono si fa fecondo di atteggiamenti e di comportamenti che rendono gioiosa la vita familiare e più viva e matura la fede.

Affidiamoci a Maria, madre della vigilanza, perché ci sostenga nel nostro impegno quaresimale e ci conceda la forza di lottare coraggiosamente contro le tentazioni che insidiano la nostra fede e di poter godere di un autentico rinnovamento morale, frutto della conversione quaresimale.

+ Domenico Angelo ScottiTrivento, 24 febbraio 2009

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