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La Chiesa ed i laici spiazzati
Riportiamo una riflessione del prof. UMBERTO BERARDO in risposta a Giorgio Galli che con grande supponenza e superficiale faciloneria parlava sul Manifesto di una Chiesa divisa in due categorie: quella borghese, ben ammanigliata con il potere, e quella proletaria, tutta dedita ai poveri, ma incapace di organizzarli e coalizzarli verso una lotta per il conseguimento dei diritti essenziali per una cittadinanza più dignitosa.
Sul Manifesto di venerdì 5 giugno c'è un fondo di Giorgio Galli dal titolo "Laici spiazzati dalla chiesa bifronte" in cui sostanzialmente si afferma che c'è una gerarchia ecclesiastica capace di dettare l'agenda politica del governo con un rapporto con l'esecutivo utile a maturare vantaggi in materia di scuola e famiglia ed esiste poi una chiesa attiva sul territorio con iniziative a favore dei poveri e dei deboli, ma sostanzialmente incapace anch'essa di guidare gli stessi verso la lotta per la conquista dei diritti di cittadinanza.
"Insomma: - conclude il pubblicista - anche quando sono dalla parte degli "umiliati e offesi", le strutture della chiesa, come è ovvio, non operano perché essi si organizzino e lottino, come un tempo la sinistra suggeriva, ma perché cerchino tutela e protezione da altri."
Intanto vorrei sottolineare che la Chiesa non è, come appare a Galli, bifronte, ma, pur con i suoi errori, è popolo di Dio in cammino verso la ricerca della verità e la realizzazione della giustizia.
È ciò che come cristiano ho imparato dalla Scrittura e dal cammino dei cristiani in tanti secoli di impegno nella storia.
Certo ci può essere anche chi nella Chiesa si allontana dal messaggio evangelico e diventa un sepolcro imbiancato, tinto solo di ipocrisia, ma affermare che i credenti siano incapaci di suscitare azioni per la conquista dei diritti personali e sociali in chi ne è privo ci sembra davvero un grave errore di analisi storica e sociologica.
Partendo dalla figura sconcertante di Cristo che muore sulla croce per affermare nella storia un messaggio di liberazione dell'essere umano, vorremmo ricordare, per non dilungarci troppo, che ci sono cristiani che hanno elaborato la teologia della liberazione, ci sono quelli che stanno operando per la giustizia sociale nelle missioni nel terzo mondo, che la Chiesa ha espresso ed esprime tuttora profeti e martiri come Francesco d'Assisi, Oscar Romero, don Tonino Bello e recentemente padre Puglisi, don Diana, solo per citare qualcuno.
Questi, come tanti altri cristiani, non hanno operato, come vorrebbe sostenere Galli, per assoggettare i deboli alla protezione delle gerarchie e dei potenti, ma per liberare l'uomo e costruire la giustizia.
La verità è un'altra, secondo noi.
Il numero di quelli che crede alla giustizia come condivisione totale e realizzazione del bene comune è sempre più piccolo e molti invece sono quegli altri, laici e cristiani, che si affannano a cercare le parole per proclamare principi di equità e che poi nella realtà cercano solo potere e ricchezza.
Sono questi, caro Galli, che a nostro avviso con la loro pochezza intellettuale ed umana impediscono le sinergie per il progresso sociale ed allontanano la conquista dei diritti da parte dei poveri.
L'articolo di Giorgio Galli pubblicato lo scorso 5 Giugno su Il Manifesto
UMBERTO BERARDO8 giugno 2009