Il futuro della rete scolastica nel Molise | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Il futuro della rete scolastica nel Molise

Il futuro della rete scolastica nel MoliseAbbiamo appena finito di leggere la delibera della Giunta regionale del 25 ottobre 2010 con la quale, sulla base del disegno di legge relativo alle norme sul sistema educativo regionale, si procede al piano di dimensionamento del sistema scolastico per il periodo 2011/2013 e si rinvia ad una fase successiva la programmazione dell’offerta formativa anche con riferimento agl’indirizzi di studio previsti nei provvedimenti ministeriali di riordino della scuola secondaria di secondo grado.

Il piano riguarda i Comuni delle province di Campobasso ed Isernia.
In estrema sintesi si procede alla eliminazione di talune dirigenze scolastiche aggregando istituti viciniori, si chiudono scuole in alcuni paesi dove il numero di alunni è talmente limitato da non consentire né la formazione di classi normali e neppure quella di pluriclassi, si fanno confluire gli alunni privi di scuola nel proprio Comune verso istituzioni scolastiche vicine non sottodimensionate.
Ovviamente, mentre le prime operazioni riguardano centri più popolosi, le ultime si riferiscono alle piccole comunità, soprattutto in provincia di Isernia.

Nella sua complessità in ogni caso il piano di dimensionamento scolastico della rete regionale aggiunge precarietà ad un sistema già penalizzato nell’offerta formativa dai tagli previsti a livello ministeriale con le ultime finanziarie che hanno limitato il tempo scuola ed eliminato talune realtà funzionali quali ad esempio il team dei docenti nella scuola primaria.

Tutti si rendono conto, speriamo, che la chiusura di scuole in alcuni centri e la costituzione delle pluriclassi non solo a livello di scuola primaria, ma anche in quella secondaria di primo grado non fa altro che offrire ad alunni di certe realtà territoriali un sistema scolastico dequalificato sia sul piano del tempo scuola che su quello strutturale, metodologico e contenutistico.

Negare tale processo di scadimento dell’offerta educativa e didattica soprattutto nelle aree interne della nostra regione sarebbe da miopi ed irresponsabili.
È proprio per scongiurare una tale prospettiva che nell’aprile del 2009 nella diocesi di Trivento organizzammo un convegno di studio cui fece seguito un documento in cui un gruppo di lavoro provò a delineare una proposta credibile ed efficiente di sistema scolastico sul territorio.

In sostanza si delineava una rete di poli scolastici zonali ed un piano di educazione permanente affidato agli stessi istituti scolastici con un più funzionale utilizzo del personale a disposizione nell’organico d’istituto.

Per chi ne avesse voglia in quel documento si analizzano anche i possibili percorsi ed le diversificazioni dell’offerta formativa in relazione al territorio, cercando di prevedere in maniera razionale la dislocazione dei poli scolastici per evitare di penalizzare questa o quella comunità locale.
Alcuni sindaci, come risulta anche dagli atti allegati alla delibera di giunta regionale sopra citata, hanno fatto propria quella proposta ed hanno richiesto l’istituzione di ben quattro poli scolastici in provincia di Campobasso e tre in quella di Isernia.

Uno pensa che, finita l’era dei campanilismi, finalmente le amministrazioni locali si muovano sul piano della razionalizzazione dei servizi.
È una pia illusione!

Si, perché taluni sindaci da noi interpellati in merito ci hanno detto con chiarezza che, uditi i funzionari regionali sui possibili finanziamenti dei poli scolastici zonali, si sono sentiti dire che nelle maglie del bilancio regionale non c’è un centesimo.

Se tale notizia corrisponde per intero a verità, dobbiamo allora pensare che per le aree interne quello che sta avvenendo per i servizi sanitari, delle comunicazioni e dei trasporti, si verificherà anche per quelli scolastici e culturali.

Ed allora, andando avanti con le toppe e con piani sui servizi del tutto mistificatori, la Regione Molise nella sua attuale classe dirigente sta dimostrando tutta l’inadeguatezza politica in un momento in cui ci vorrebbero davvero grosse menti pensanti ed una seria razionalizzazione della spesa pubblica funzionale alla soluzione dei problemi prioritari della popolazione.
Per contro noi ci chiediamo se è mai pensabile che talune chiese locali del Molise debbano supplire, come spesso hanno fatto, alla mancanza di coscienza sui temi sociali ed alla carenza di assunzione di responsabilità da parte dell’opinione pubblica.

La nostra è una regione dove la qualità della vita può avere livelli alti, ma la condizione perché questo possa avvenire si può avere solo nell’impegno fattivo dei Molisani a livello individuale e nelle organizzazioni collettive.di Umberto Berardo2 novembre 2010

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