La Santa Sede ha sempre condannato ogni tipo di violenza, non soltanto per gli attacchi contro i Cristiani. Per la prima volta un Papa parla esplicitamente di «strategia» che mira ai seguaci di Gesù | Diocesi di Trivento

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La Santa Sede ha sempre condannato ogni tipo di violenza, non soltanto per gli attacchi contro i Cristiani. Per la prima volta un Papa parla esplicitamente di «strategia» che mira ai seguaci di Gesù

La Santa Sede ha sempre condannato ogni tipo di violenza, non soltanto per gli attacchi contro i Cristiani. Per la prima volta un Papa parla esplicitamente di «strategia» che mira ai seguaci di Gesù Benedetto XVI ha condannato esplicitamente l'attentato in Egitto e teme un piano mondiale contro i cristiani. Per la prima volta il Pontefice parla di una strategia contro i cristiani. Ma l'imam Al-Azhar, una delle massime autorità religiose sunnite, lo ha attaccato: "Parole inaccettabili, è un'ingerenza".
C'è semplicemente da trasecolare nel leggere queste dichiarazioni di Ahmed al- Tayeb, gran sceicco dell'università egiziana Al-Azhar, il più importante e prestigioso centro dell'islam sunnita.

Il cardinale Silvestrini ha così commentato: "Ci massacrano, ma il mondo guarda altrove, e l'Onu è impotente". Anche l'imam di Al Azhar, anziché accusare il Papa, avrebbe dovuto difendere, senza se e senza ma, i Copti. Ma forse queste violenze sono state tollerate dallo stesso Mubarak.

Il dolore del Papa per l'attentato in Egitto è stato grande, ma alcuni giornali hanno riferito con una certa enfasi e sottolineatura le critiche dell'imam al Papa ma non hanno ritenuto opportuno citare, anche sommariamente, tutte le occasioni in cui Benedetto XVI ha condannato la violenza in Iraq.

La SantaSede ha anche precisato: nessuna ingerenza del Papa egli parla sempre e solo di libertà: "Per quanto riguarda, invece, l'accusa di ingerenza relativa alla condanna dell'attentato contro la chiesa copta ad Alessandria d'Egitto che il Papa ha fatto oggi all'Angelus, bisogna vedere che cosa ha inteso dire e che tipo di informazioni egli ha avuto. Nel senso che il Papa, sia nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace - dove ha fondato il diritto alla libertà religiosa sulla dignità di ogni persona umana e quindi senza discriminazioni per l'una o l'altra religione - sia nel post-Angelus di oggi, ha parlato naturalmente della solidarietà per la comunità copta così duramente colpita, ma poi ha manifestato preoccupazione e interesse anche per le conseguenze delle violenze su tutta la popolazione, sia cristiana che musulmana. Non si vede come questo atto di partecipazione del Papa, così desideroso di ispirare non violenza in tutti, possa essere considerato una ingerenza. Credo che ci siano stati dei malintesi nella comunicazione, ma non credo proprio che ci sia da insistere su queste dichiarazioni dell'imam. Il Papa, come ogni persona ragionevole, è contro la violenza insensata e omicida nei confronti di qualunque persona. Adesso ci siamo riferiti a un attacco contro una chiesa cristiana e quindi ci si preoccupa delle minoranze cristiane che sono sottoposte a violenza - e questo è del tutto lecito - ma questo non vuol dire che si intenda giustificare o minimizzare la violenza nei confronti dei fedeli di altre religioni".

Papa Ratzinger in verità è ancora l'unico ponte fermo e credibile di unità e difesa tra due mondi.

Resta la sua ammirabile lungimiranza: non solo piange i morti, Papa Benedetto, ma, mentre dal pulpito di San Pietro leva la sua voce a difesa dei cristiani massacrati nel mondo, purtroppo sempre più numerosi, con un'intuizione profetica e carismatica, annuncia un incontro interreligioso ad Assisi per ottobre, sulle orme di Giovanni Paolo II, proprio nel 25° anniversario di quello storico incontro, rilancia oggi con forza lo "Spirito di Assisi". E proprio vero che è più probabile trovare la via della pace nella cripta del Sacro Convento se proprio non la si riesce a trovare nei summit dei Ministeri governativi né al Palazzo di Vetro, perché, secondo il card. Silvestrini: "Le Nazioni Unite sono slegate, si lasciano condizionare da una pluralità di istanze politiche e non perseguono valori universali vissuti. La comunità internazionale manca di concordia e di affiatamento. Nell'azione dell'Onu c'è qualcosa che non funziona e i cristiani pagano un altissimo prezzo di sangue innocente".www.vatican.itRoma, 3 gennaio 2011

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