Riflessioni
Nuvole tempestose all’orizzonte della vita politica e sociale
Si fa tanto parlare in questi giorni, contrapponendo pareri discordi,di “puzza di bruciato” o “profumo di libertà”, dovere di serietà istituzionale o diritto personale privato inviolabile e incontestabile!Su questo punto di ragionamento, ascoltando dibattiti e sfogliando giornali, non si capisce bene, chi cerca di giustificare e chi cerca di attaccare, mentre la verità, che si agita al vento e si scuote come una folle bandiera sull’alto pennone della pubblica opinione, è manipolata ed insabbiata, mentre dovrebbe brillare al sole inconfutabile della giustizia. Oltre il fiume di parole resta il deserto della incomprensione.
Eppure la più altacarica dello Stato ha stigmatizzato di essere ”ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica” e proprio per questo spera che “Senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto a una compiuta verifica delle risultanze investigative".
Del resto autorevoli personalità della Chiesa hanno invitato a moderazione ed esemplarità. Benedetto XVIha rilevato "un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici e degli atteggiamenti morali personali", perciò occorre "ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell’esistenza terrena". Forseil Parlamentino della CEI affronterà la questione Ruby. Come anticipato ieri da ambienti vicini alla Chiesa, lunedì ad Ancona, dove lunedì si riunisce il Consiglio permanente del vescovi italiani, si parlerà del sexgate che sta agitando le vicende politiche italiane, intanto così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ha risposto ad una domanda sul caso Ruby, a margine dell'inaugurazione dei lavori al Santuario dell'Acqua Santa, in provincia di Genova, per la CEI "Il luogo istituzionale è il Consiglio Permanente”.
Noi rimaniamo su un ragionamento di più basso profilo e, ripensando agli orientamenti che la Chiesa italiana si è data per il prossimo decennio specificamente sul settore educativo, ci chiediamo semplicemente quanto tutto questo che sta accadendo contribuisca alla formazione dei nostri giovani?
Non siamo forse vittime di una globalizzazione perversa anche in questo campo?
Riferisco un episodio tratto dalla vita di San Giovanni Bosco: nel 1863 vennero a visitare Don Bosco due signori inglesi, uno dei quali era ministro della regina Vittoria. Entrando nella sala dove più di duecento giovani stavano studiando in perfetto silenzio, i due signori si meravigliarono e chiesero a Don Bosco il segreto di quel magnifico comportamento. Don Bosco rispose che il segreto era non nei castighi o nella disciplina, ma nella confessione e nella comunione frequente. «Peccato, rispose il ministro inglese, che noi non abbiamo questi strumenti». E Don Bosco aggiunse: «Se non si usano i sacramenti, allora bisogna usare la forza».
«È vero, concluse il ministro, o religione o bastone; lo dirò a Londra».
In Inghilterra decenni fa ci fu lo scandalodel ministro Profumo: allora ci mettemmo le mani nei capelli, eppure quel ministro si dimise! Oggi ce li dovremmo strappare i capelli, e meno male che non ne abbiamo più, perciò… non ci resta che piangere ed interrogarci seriamente.
Cosa vogliono i giovani di oggi e che cosa, invece,stiamo dando loro? Vogliono fin da piccoli latte genuino condito di affetto, sentono il desiderio di parlaree di imparare, cercano la libertà e il senso dell’amore, si aspettano segni di speranza e vero attaccamento alla vita… ma forse stanno ricevendo solo giocattoli sofisticatamente inutili e pregiudizi scontati, un falso senso della disciplina ma con denaro in abbondanza, tanta paura del futuro imbevuta di carrierismo spietato…
Il beato Giovanni Piamarte affermava che ogni adulto deve essere sempre, in pubblico e in privato, un buon educatore, non comeun qualsiasi domatore da circo o un comune guardiano di cavalli, ma quale vero padre con un grande cuore di tenera e sensibile madre.
Tali siano i nostri cari ed autorevoli rappresentanti istituzionali.don Mimì FazioliTrivento (CB), 24 gennaio 2011