La via di uscita sullo Statuto Regionale | Diocesi di Trivento

Riflessioni

La via di uscita sullo Statuto Regionale

La via di uscita sullo Statuto Regionale “La Regione ha il suo nuovo Statuto, finalmente.”
Così, pure abbastanza critico, esordiva mercoledì 23 febbraio un quotidiano molisano nel suo articolo di fondo in prima pagina.
In realtà dopo undici anni di lavoro di elaborazione in commissione il Consiglio Regionale del Molise vara uno Statuto secondo noi davvero “molto vecchio” sia nella concezione istituzionale che nelle forme di organizzazione della vita democratica della collettività regionale.

Già nell’ottobre del 2009 provammo ad occuparci della questione con la nascita di un comitato ad hoc costituito da trentacinque cittadini che elaborarono un documento di proposta dato ai mass-media ed inviato a tutte le forze politiche nella speranza di suscitare sul tema un confronto di base capace di orientare i lavori della prima commissione regionale.

Nulla!
Come in altre circostanze i consiglieri regionali nella loro autoreferenzialità sono andati avanti per la propria strada, ignorando ogni logica di raffronto, ed hanno varato uno Statuto che secondo noi non ha alcun rapporto non solo con il presente, ma soprattutto con il futuro di questa nostra regione.

La stessa modalità di espressione del voto finale di taluni consiglieri, dai quali, conoscendoli un po’, ci saremmo aspettati un atteggiamento più coerente con le idee politiche manifestate, rappresenta non si capisce bene se una forma d’imbarazzo, di compromesso o di via di fuga.

Vogliamo esprimere, pur rispettando le idee di ognuno, tutto il nostro dissenso rispetto alle posizioni di quanti hanno permesso con la loro posizione in Consiglio Regionale l’approvazione dello Statuto.
Di positivo ora c’è solo una contestazione allargata che viene non solo dal mondo della politica, ma anche in modo purtroppo tardivo da quello imprenditoriale.

In queste considerazioni non ci fermeremo sugli aspetti specifici dello Statuto Regionale, per i quali rimandiamo al documento sopra menzionato e che è rintracciabile facilmente almeno sui giornali telematici con il titolo “E tu, cittadino molisano, cosa pensi della bozza dello Statuto regionale?”; ci fermeremo piuttosto sul percorso politico che a nostro avviso bisogna tenere.
È chiaro a tutti in sintesi che lo Statuto appena approvato non solo accresce in modo incosciente, come tutti lamentano, i costi già scandalosi della politica, ma propone un governo della regione attraverso un presidenzialismo che con la nomina di assessori esterni toglie ai cittadini ogni scelta, aumentando logiche di natura clientelare, svuota il Consiglio Regionale di ogni potere di controllo e riduce pesantemente la partecipazione popolare.

La via da percorrere per impedire che la legge appena approvata in consiglio diventi effettiva è evidentemente una sola, quella referendaria, come suggerisce già qualche persona di buon senso; solo che ai cittadini molisani non ci si può presentare con la richiesta di una firma di abrogazione referendaria dello Statuto approvato senza contestualmente proporre ad essi un testo alternativo e possibilmente un insieme di consiglieri regionali disposti a sottoscriverlo e ad approvarlo.
Per fare tutto questo è necessario che le forze politiche, culturali e sociali siano capaci di mobilitarsi e d’impegnare la popolazione in tale direzione.

La voglia di coinvolgimento della base in merito si può intanto misurare subito con l’indizione di un’assemblea pubblica nel capoluogo regionale per discutere in maniera allargata sul problema in questione e sulle soluzioni più adeguate allo stesso.
Sarà da tale atto politico iniziale che probabilmente si potrà delineare una via di uscita democratica sullo Statuto Regionale del Molise.

di Umberto BerardoTrivento (CB), 26 febbraio 2011

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