Bagnasco: l'Italia merita più dialogo e più fatti concreti | Diocesi di Trivento

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Bagnasco: l'Italia merita più dialogo e più fatti concreti

Il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lunedì pomeriggio, aprendo la 63esima Assemblea generale dell'Episcopato, alla quale partecipa anche il nostra Vescovo mons. Domenico Scotti, ha tra l’altro puntato il dito contro la politica italiana definendola addirittura "non raramente, inguardabile, ridotta al litigio perenne, come una recita scontata e, se si può dire, noiosa".
Sono parole sagge e pesanti che invitano alla riflessione: "È il dramma del vaniloquio, dentro, come siamo, alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità".
Il cardinale di Genova sottolinea come le persone siano stanche e stufe "di vivere nella rissa".
Un accenno di riferimento preciso è anche agli organi d'informazione quando ha evidenziato la presenza di "una stampa che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le proprie tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo". Non di può dire a questo punto che l’arcivescovo Bagnasco guarda solo fuori le mura della Chiesa italiana, infatti, non tralasciando di affrontare il tema attuale e scottante della pedofilia nella Chiesa e gli abusi sui minori da parte dei religiosi, li definisce drasticamente "un'infame emergenza non ancora superata" in quanto provocano "danni incalcolabili a giovani vite e alle loro famiglie" alle quali la Cei esprime sinceramente tutto "il nostro dolore e la nostra solidarietà".

Commento da AVVENIRE

"Dalla crisi oggettiva in cui si trova, il Paese non si salva con le esibizioni di corto respiro, né con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, né col paternalismo variamente vestito, ma solo con un soprassalto diffuso di responsabilità che privilegi il raccordo tra i soggetti diversi e il dialogo costruttivo". A dirlo è il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione alla 63esima Assemblea Generale dell'Episcopato Italiano, che si tiene da oggi in Vaticano. "Se ciascuno - avverte Bagnasco - attende la mossa dell'altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono, non se ne esce, tanto più che la tendenza frazionistica si fa sempre più vistosa nello scenario generale come all'interno delle singole componenti".

"La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più dalla politica" che appare "non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e, se si può dire, noiosa", afferma il porporato che definisce senza mezzi termini "vaniloquio" quello a cui assistiamo nel dibattito politico: "unaspirale dell'invettiva - spiega - che non prevede assunzioni di responsabilità". "Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano - lamenta Bagnasco - cadere nel vuoto". E così addirittura quegli autorevoli interventi che richiamano la gravità della situazione, e che il cardinale definisce come "allerta emergenziale", che prima "erano non solo funzionanti ma anche ragione di sollievo, oggi appaiono fiacchi e menoreattivi".

"A potenziale contrasto - rileva il presidente della Cei - c'è una stampa che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioè informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio". "Ma segnaliamo lo iato - conclude - anche per dare voce all'invocazione interiore del Paese sano che è distribuito all'interno di ogni schieramento".

Ma sono numerosi i temi toccati dal presidente della Cei cardinale Bagnasco nella prolusione. Ecco i principali.

1) LABEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II con le sue «proprietà quasi medicamentose rispetto alle tribolazioni della comunità credente» e la viva eredità che questo evento lascia.

2) LE LINEE GUIDA CONTRO GLI ABUSI sulla quale da un anno sta lavorando, su mandato della presidenza Cei, una commissione di esperti che a breve presenterà i risultati.

3) LA GIORNATAMONDIALE DELLA GIOVENTÙ in programma a Madrid da 16 al 21 agosto servirà ancora una volta a «far comprendere a tutti i giovani che Cristo c’entra con la vita, con tutti i suoi ambiti».

4) LA PREGHIERA A MARIA PER L’ITALIA che si terrà dopodomani a Santa Maria Maggiore a Roma richiama la necessità di un «soprassalto di responsabilità». Il severo giudizio sulla politica attuale e il bisogno di una nuova generazione di politici «votati al bene comune».

5) L’INDIVIDUALISMO INDISCRIMINATO e la deriva dell’indifferenza, dell’apatia sociale. La Chiesa, a questo riguardo, non è «avversaria della modernità», ma ne «è l’anima».

6) LA LEGGE SUL FINE VITA con l’auspicio che la norma non si imbatta in ulteriori ostacoli, ottenendo un largo consenso in Parlamento.

7) LA NECESSITÀ DI PROVVEDIMENTI A FAVORE DELLA FAMIGLIA
perché «nulla è davvero garantito se a perdere è la famiglia».

8) LA QUESTIONECENTRALE DEL LAVORO con 11 indicazioni di intervento. Serve «un’alleanza esplicita per generare occupazione».

9) LA CORRUZIONE DEI COSTUMI che sovverte le categorie valoriali e il fondamento antropologico del benessere civile.

10) LE RIVOLTE IN NORDAFRICA E IL CONFLITTO IN LIBIA per il quale non si può certo parlare di intervento armato "pulito", mentre va sveltita la via della diplomazia.

SCARICA il testo completoAvvenire24 maggio 2011

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