La campagna elettorale va verso l’apice del suo frastuono… | Diocesi di Trivento

Riflessioni

La campagna elettorale va verso l’apice del suo frastuono…

La campagna elettorale va verso l’apice del suo frastuono… La campagna elettorale va verso l’apice del suo frastuono... e io, francamente, mi perdo un po' in questo vuoto senza senso che mi sta mangiando, morso dopo morso, a brandelli, la mente, il cuore e l'anima.

S'assottiglia sempre di più il foglio bianco sul quale cerco di trascrivere le parole, le proposte i programmi che sento. Troppo pesso l'inchiostro vi si sbianca da solo prima che si siano asciugate le lettere che ho tentato d'imprimervi e tento anche di sporcarmi le dita di nero, cercando di riacciuffare i vocaboli, imprimerli usando il mio indice come fosse un pennarello, ma mi accorgo che essi non vogliono più stare al loro posto.

Corro dietro le parole, gettate al vento dai candidati, fino a perdere il fiato, ma ai piedi ho un paio di sandali d’acciaio e cado a terra ogni volta che credo d'averle raggiunte, e mi sfuggono di mano come fossero anguille vive, guizzanti, infide.

Instabile, pur nella mia piccola razionalità, cerco dov’è la verità, la sincerità, la buona fede: non trovo un equilibrio che mi permetta di arrivare ad una conclusione ragionevole se non quella vecchia e saggia del parlare bene e razzolare male.

Solo incubi folli nutrono la mia mente: il domani, la disoccupazione, il lavoro ai giovani, le aree interne e depresse, il riscatto di una terra antica, di una gente nobile e laboriosa. Ma mi ritrovo fermo, dentro un tunnel intransitabile, con l’acceso vietato per una buona ispirazione a credere, a fidarmi, a sperare …
Ogni discorso che sento, ogni proposta che ascolto diventa per me un intreccio di abissi troppo bui ed incerti, resto fermo e non riesco a trovare la luce adatta con la quale lasciare libera la mente d'orientarsi.

Ascolto e penso... e mi perdo, dentro me stesso. Dentro questi abiti di parole che sembrano capolavori di sartoria alla moda, ma che non mi calzano mai alla perfezione, anzi si trasformano in brandelli di vestiario, in cenci di parole.

E insoddisfatto più che mai vago per il mondo elettorale, così piccolo e vuoto di proposte credibili, questo mondo meschino di falsità che mi circonda… eppure resto alla ricerca dei frammenti di fiducia, di ritagli di speranza che potrebbero essere avanzati dalle bocche voraci che attestano il vuoto del cambiamento, ma, pare, sempre in attesa di fare il pieno dei lauti stipendi, dei benefit e dei vitalizi.
Vago alla ricerca di parole vergini e sicure, sincere e dirompenti, proposte genuine che mi nutrano di un cibo che le mie labbra non hanno ancora assaggiato e che aspetto da decenni.

Vago sui sentieri monotoni della campagna elettorale, e tuttavia non dispero, perché tenacemente vo’ cercando di trovare chi possa indicarmi un nuovo senso della politica attuale, anzi quello antico e veritiero dell’essere la migliore forma per attuare la carità cristiana, e, nonostante tutto, spero ancora, spero perme stesso, per la nostra gente, per i nostri giovani, per il nostro domani...don Mimì FazioliTrivento (CB), 5 ottobre 2011

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