Riflessione per la prossima Giornata della vita consacrata, giovedì 2 febbraio | Diocesi di Trivento

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Riflessione per la prossima Giornata della vita consacrata, giovedì 2 febbraio

Riflessione per la prossima Giornata della vita consacrata, giovedì 2 febbraio È dei poeti raccontare e scrivere di sogni, d'irrealtà reali, di lusinghe, della gaiezza di cuori innamorati, del canto del sole e della luna, del dolore...

E’ dei profeti parlare e far innamorare della luce che irradia la speranza, dell'infinito mistero della vita, del Dio dei giusti, della sua infinita magnificenza....

Il mio pensare ho avvolto già, molto spesso, con parole, quelle dei poeti, che ben sanno silenziare i gemiti dell'anima, offrendomi radici profonde, che affondano nel credo, per correggere quell’incapace mio durare a vivere. Mi voglio arrampicare, oggi, sulle parole giuste, quelle dei profeti, per farne inamovibili puntelli all'anelito mio di ascendere, perché troppo gravosa diventa la salita.

Ti confido questo: quando anche tu sarai raggiunto dalle parole, dei poeti e dei profeti, come in una staffetta da corsa, senza fine, afferrati al dolce sapore dei sogni e delle speranze, che forse l'esistenza tua non conosceva, e, allora, ritroverai la gioia, la serenità e la pace vera.

Sono teneri sguardi di filigrana delicata quelli di ogni anima consacrata. Sono sguardi che il tempo rincorre, ma non scalfisce, e che il vento della memoria scuote, ma essi non cadono, perché radicati su scelte che albergano nel cuore, un cuore rivestito in ridondanza di salde speranze, scevro di inutili rimpianti, annodato a catene di dolci sorrisi.

Quei visi estasiati, speriamo, non cambino mai colore, perché per loro, spose devote e anime consacrate, sono sempre divine carezze le parole dei sacri testi, raccolte come sono, tutte, lì dentro il fiore della preghiera, che le racchiude come in una corolla azzurra, bellissima, nell'attesa del sole di giustizia e di pace.

Senza senso resta il vuoto che traspare dentro quegli occhi, tristi e malati di miopia, di chi ha lasciato, avendoli legati a verità di altri orizzonti, cuciti dal filo spinato di un rosso tramonto, prezioso, ma non più profumato di sandalo e nostalgico di una giovinezza ormai lontana. Avrebbe forse preferito rimanere, ma non era mai più come prima... i suoi passi, giorno dopo giorno, sono diventati sempre più lenti, a volte fatica a riconoscersi e, forse, non lascia più nemmeno entrare la luce della grazia nella sua anima. Gli addii non piacciono mai a nessuno, danno solo angoscia e un bel po’ di tristezza.

Sgocciolando anche le lacrime nell’incantevole suo sorriso, al contrario, la vergine anima consacrata, perseverante, colora l'attesa di mille luci, d’infinito, con la mano posata sul cuore, aspettando il fiore dell’alba, del vero mattino, mentre canta al suo sposo divino, sprigionando, oltre le rughe incipienti, una canzone delicata e mai dimenticata: a Lui, sì, sarà... abbracciata, nel tempo dello spirito, intessuto dei colori dell'arcobaleno, in una dolce gradazione di eterna primavera, ora appena accennata, e che, lì, mai più sfiorirà. don Mimì FazioliTrivento (CB), 30 gennaio 2012

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