Itinerario turistico religioso all’interno della Diocesi dei Trivento | Diocesi di Trivento

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Itinerario turistico religioso all’interno della Diocesi dei Trivento

Itinerario turistico religioso all’interno della Diocesi dei Trivento

Questo è un itinerario turistico religioso per chi volesse trascorrere qualche giorno nella nostra Diocesi.
Prima di presentarlo, mi piace partire da ciò che Mons. Riboldi qualche tempo fa ha scritto: “In questo periodo estivo ci sono tanti, ma tanti, e soprattutto giovani e coppie di sposi, che prediligono stare un tempo in case di spiritualità, dove regna il silenzio, la preghiera. È un astrarsi dalla frenesia del mondo, dalle preoccupazioni ed agitazioni quotidiane, per ricreare quel clima di serenità, che scaccia le nubi che inevitabilmente si formano durante l'anno e rischiano di rovinare quello che è il più bello in noi.
Quanta gente incontro nelle foresterie dei monasteri o nei centri di spiritualità, come "cervi assetati alle sorgenti di acqua". E sanno gustare il silenzio, dove è possibile misurare il grande chiasso della vita. Sopratutto sanno ascoltare Dio, che si fa vicino e parla, con quella dolcezza che calma le pericolose acque agitate. È il dono della contemplazione: ossia il dono di stare a tu per tu con la Luce, l'amore, che è Dio, per tornare rinfrancati alla ferialità”.

Siccome qualcuno ha definito il Molise un monastero a cielo aperto, ritengo che pace, serenità e gocce di spiritualità, veri frammenti di paradiso, si possono godere visitando e sostando un po’ nei nostri paesi.

Se si ha disposizione una sola giornata i luoghi assolutamente da visitare sono: il Santuario diocesano della Madonna di Canneto, in terreno di Roccavivara, la Cripta di San Casto sotto la Cattedrale di Trivento e la città di Agnone.

Coloro che possono disporre di due giornate intere possono seguire il seguente itinerario: nella prima giornata Canneto e Trivento nella mattinata, Pietracupa, Castropignano e Roccaspromonte nel pomeriggio; nella seconda giornata Frosolone e Civitanova nella mattinata, Pietrabbondante ed Agnone nel pomeriggio.

Infine i più fortunati che possono fermarsi da noi per tre giorni possono visitare: nella prima giornata Canneto, Trivento, Pietracupa, Castropignano e Roccaspromonte; nel secondo giorno Frosolone Civitanova, Pietrabbondante, Chiauci, Carovilli, San Pietro Avellana; nel terzo giorno Agnone, Capracotta, Pescopennataro e le cascate del Verde a Rosello.

Nel Santuario romanico di Canneto la spiritualità si respira a pieni polmoni all’interno del suo parco: ammirando l’antico ambone all’interno della chiesa benedettina e i ruderi della villa romana o percorrendo il tracciato del rosario e fermandosi davanti alle venti espressive formelle di bronzo. In Trivento c’è da godere la suggestione unica della cripta di San Casto, antico tempio paleocristiano, e le bellezze dei manufatti liturgici racchiusi nel Museo Diocesano. In Agnone, l’antica Atene del Sannio, famosa per le sue cento e uno campane, prodotte dalla Fonderia Marinelli, la terza ditta più antica del mondo, ci sono da visitare alcune chiese, San Marco, Sant’Antonio, Sant’Emidio e San Francesco, a dire poco favolose per l’arte delle opere raffinate in esse contenute, e la Biblioteca Emidiana che mons. Giovanni Fangio riesce a descrivere con una maestria incomparabile.

A Pietracupa c’è da visitare la chiesa rupestre, a Castropignano i ruderi del Castello D’Evoli che domina la vallata del Biferno e a Roccaspromonte il primo Santuario dedicato al carmelitano Fra Immacolato di Campobasso. A Frosolone, la città delle forbici e dei coltelli, dopo la visita alle varie chiese parrocchiali, senza trascurare quella alla pala cinquecentesca di Santa Maria delle Grazie, conviene salire in montagna e fermarsi all’eremo di Sant’Egidio, poi scendere a Civitanova del Sannio, la patria del clinico Cardarelli, qui c’è una chiesa, quella di San Rocco, dove si sperimenta l’adorazione perpetua, la bella parrocchiale di San Silvestro, unanimemente definita la piccola cattedrale, e le pitture rupestri risalenti al paleolitico. A Pietrabbondante, la Bovianus vetus secondo il Momsen e la patria di san Randisio, una visita all’area degli scavi è di dovere,per ammirare il teatro romano e i templi dedicati ad Ercole. Dopo una sosta ossigenante nell’abetaia di Collemeluccio (riserva MaB) e dato uno sguardo al lago di Chiauci, a Carovilli si può pregare nella parrocchiale, davanti all’urna dell’eremita Santo Stefano del lupo, e a San Pietro Avellana, la patria di Sant’Amico e del tartufo, si possono ammirare i resti dell’abbazia benedettina fondata da San Domenico di Cucullo e sostare nell’oasi della Riserva Naturale Orientata di Montedimezzo (riserva MaB) che, come l'abetina di Collemeluccio, è oggi un bene inalienabile dello Stato.

A Capracotta, il comune più alto degli Appennini posto a 1423 m. slm., si ha l’impressione di toccare il cielo e lo sguardo si perde all’infinito fino a scoprire i monti della Daunia; qui c’è da visitare la chiesa colleggiata, il Santuario della Madonna di Fatima, il "Giardino della Flora Appenninica", orto botanico di alta quota che raccoglie notevoli specie floreali e arboree dell'Italia centro-meridionale, e sostare nella quiete di Prato Gentile; si continua nel bosco per visitare il santuario di San Luca, per scendere poi a Pescopennataro, il paese degli scalpellini con le sue belle case tutte di pietra scolpite ‘a faccia vista’; Infine si raggiunge Rosello per ammirare le cascate del Verde, definite “uno spettacolo unico ed invidiabile infatti, le Cascate del Verde, situate nel bel mezzo di un canyon roccioso formano, con un dislivello di circa 400 metri, tre salti consecutivi realizzando così un salto effettivo di oltre 200 metri; per questo le Cascate del Verde sono considerate le Cascate Naturali più alte d'Italia”.

Naturalmente per la recettività non devi preoccuparti: ci sono un po’ dappertutto , oltre gli alberghi e i ristoranti convenzionali, bed and breakfest e molti agriturismi nei quali si trova ottima ospitalità e si possono gustare cibi genuinamente preparati e tanto deliziosi per la loro prelibatezza.

Comunque vada, ogni fruitore del turismo religioso dovrebbe far suo il motto di Giovanni Paolo II: “Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto, Signore, che il mondo non mi svela in pieno”.

Ufficio comunicazioni sociali6 agosto 2013

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