Una violenza soffocante | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Una violenza soffocante

Una violenza soffocante Le guerre, la fame, un'immigrazione lasciata in mano a scafisti senza scrupoli, i conflitti sociali e familiari stanno riempiendo di vittime questo nostro pianeta.

Purtroppo non si tratta di episodi isolati o relativi solo alla nostra epoca, perché la storia ne è piena.

Non so perché taluni omicidi colpiscano ed impressionino particolarmente l'opinione pubblica, mentre altri riescano ad essere dimenticati nel giro di pochissimo tempo.

Un omicidio passionale riempie le prime pagine dei giornali da giorni, mentre le atrocità della guerra civile in Iraq magari assumono un profilo ed un impatto meno forti.

Qualcuno dirà che nei primi gioca l'efferatezza dell'esecuzione; altri sosterranno che un episodio più vicino nello spazio ferisce più in profondità la nostra sensibilità.
Francamente la brutalità delle scene di violenza sulla persona mi blocca lo stomaco e mi fa stare molto male in ogni caso.

Se la seguo in televisione durante il pranzo o la cena, non riesco a proseguire il pasto.

Quando poi i mass media inzuppano il pane nella malvagità degli esseri umani cercando, con la diffusione dei particolari, di captare non l'interesse, ma gli istinti più bassi del lettore o dello spettatore, siamo all'incoscienza ed all'irresponsabilità di chi non solo tende a mettere in primo piano sempre gli aspetti negativi della società, ma ne accentua irrazionalmente i dettagli amplificandone i rischi di diffusione perfino per imitazione.

Così il negativo finisce per diventare o almeno per essere rappresentato come l'elemento fondamentale della collettività.

La bontà, la positività delle relazioni amichevoli, la solidarietà, la capacità di condivisione con l'altro, il comportamento pacifico e non violento, il volontariato, la gratuità dell'aiuto al prossimo, la grandezza del dono sembrano ormai valori e sistemi esistenziali che non hanno più accesso alla comunicazione.

Se seminiamo intorno a noi violenza a livello ideologico, politico, perfino religioso, se presentiamo ogni giorno esempi di soprusi, di soluzione violenta di conflitti attraverso la fotografia, la cinematografia e perfino nella pubblicità, come facciamo poi a meravigliarci del modo in cui gira il mondo?

Abbiamo bisogno di fare una riflessione profonda sul male che ci circonda, sulle cause che lo determinano e sulla possibilità che abbiamo di porvi rimedio.

Figure come Gesù Cristo, uomini dello stampo di Gandhi o Martin Luther King o letterati quali Lev Tolstoj hanno vissuto ed educato l'umanità alla non violenza ed all'amore.
Purtroppo il nostro sistema esistenziale non segue più tali principi di vita ed i conseguenti valori che dovrebbero costituirne i fondamenti.

Troppi cattivi maestri sono saliti in cattedra ed hanno spazzato via dall'educazione, dalla comunicazione e dalla storia qualità fondamentali della persona quali il rispetto sacrale della vita propria come dell'altro, la condivisione dei beni, l'onestà nel comportamento, la sincerità nei rapporti, la fedeltà nell'amore, la lealtà nell'amicizia, il rispetto dei diritti fondamentali del singolo come della intera collettività.

Quando succede questo nella storia l'etica si spegne e la condizione umana pone "l'io" al di sopra del "noi" naufragando nella malvagità frutto di feticci come il dominio sull'altro, la ricchezza, il denaro, il prestigio, il potere, l'apparire.

Abbiamo allora una necessità fondamentale che è quella di elaborare e ridare regole valide e condivise alla nostra convivenza per le quali poi dobbiamo attivarci per farne il fondamento di vita attraverso processi e strategie educativi.Umberto BerardoTrivento (CB), 20 giugno 2014

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