Conferenza su San Domenico Abate tenuta da Padre Sante Bianchi | Diocesi di Trivento

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Conferenza su San Domenico Abate tenuta da Padre Sante Bianchi

Conferenza su San Domenico Abate tenuta da Padre Sante Bianchi Nell’ambitodella preparazione alle feste patronali a Celenza sul Trigno (CH), venerdì 1agosto 2014 nella Chiesa di San Donato si è svolta una interessante conferenzasu San Domenico Abate tenuta da Padre Sante Bianchi, monaco cistercense e promotore del cultodel Santo, presentata dal Prof. Domincangelo Litterio e voluta dal Parroco don Erminio Gallo per rinvigorire la devozione deifedeli e per eliminare alcune incrostazioni devianti di non correttapietà popolare.

L’adozione del culto del Santo èdocumentata e risale ai primi anni del diciottesimo secolo per iniziativa diDomenico De Aloysio e successivo sostegno dato da Giuseppe Di Nocco e dallafamiglia Cieri; a testimonianza della loro devozione ci resta la bella edespressiva statua collocata nella Chiesa Parrocchiale, caratteristica per l'abito monastico dei benedettini (la cocolla) concappa nera, ampia, scendente fino ai talloni, che lo contraddistinguedall’omonimo san Domenico di Guzmàn, predicatore e fondatore dei domenicani.

Chi è il Santo? Il Santo è colui che vive in funzionedella Salvezza Eterna ed ha preso a modello Cristo, diventando lui stesso, faroche illumina il cammino del cristiano; la sua presenza nella comunità puòfermare anche la volontà devastatrice della Giustizia divina.

Chiunque può essere santo: eroe non per un attomomentaneo ed isolato, ma per una condotta costante di vita. San Domenico Abateha seguito esattamente la strada tracciata da Cristo, con la puntualeosservazione della regola benedettina "ora et labora": egli è statomonaco eremitico e cenobitico ed ha amato Dio in ogni atto della sua vitatrascorsa a cavallo dell’anno 1000, operando prevalentemente nell’AppenninoAbruzzese e in Ciociaria, da nord verso sud, fino alla Campania e al Molise,nell’epoca in cui in Italia iniziavano a delinearsi i diversi tipi diincastellamento che hanno dato origine ai nostri centri abitati.

Domeniconasce a Capodacqua di Foligno nel 951, da famiglia ricca, viene affidato ancorafanciullo ai monaci benedettini di S. Silvestro di Foligno, perchè i genitoriGiovanni e Ampa lo vogliono istruito.
Divenuto giovane, lascia tutti e si reca nel monastero di S. Maria diPietrademone, dove viene ordinato sacerdote e dà la sua professione di monaco;in lui vi è il desiderio di vita eremitica, per cui si ritira sopra un monte pressoScandriglia in provincia di Rieti, seguito subito da discepoli provenienti dalcircondario, e fonda il monastero di S. Salvatore, divenendone abate.

Già la sua fama di santità attira il popolo e lui per nascondersi si spostaverso L’Aquila, dove fonda il monastero di S. Pietro del Lago, e appena si diffonde la fama di santità si sposta altrovee giunge in una zona presso Castel di Sangro, dove fonda una chiesa ed unmonastero: quello di San Pietro Avellana. Nel suo itinerare arriva inCampania a Trisulti, dove rimane sconosciuto per tre anni, finché lapopolazione riconosciutolo attraverso alcuni cacciatori, lo circonda didevozione e di richieste di guarigione per gli ammalati; alcune cronachemedioevali e la tradizione popolare riportano che i suoi miracoli consistevanosoprattutto nel guarire dal morso dei serpenti: si racconta che nel suopassaggio a Cocullo il santo si incontrò con moltapovera gente che, gridando, rincorreva un lupo affamato che portava tra lemascelle il corpo di un bambino nato da poco e sottratto alla madre. Commossodalle lacrime della povera donna, San Domenico comandò al lupo che lasciasse ilcorpicino. E subito il lupo, dimentico della sua ferocia, rilasciò il bambinosenza alcun danno e lo restituì alla mamma. La gentedi Cocullo dormivain rozze capanne o all'aperto. Frequenti erano i casi di persone morsicate daserpenti e da vipere di cui la zona era piena, com'è piena tutt'ora. Partendoanche da Cocullo i fedeli lo pregarono di lasciare loro qualcosa che liproteggesse contro animali rabbiosi, velenosi o pericolosi. San Domenico sicommosse e la tradizione vuole che per risposta ai fedeli si estrasse un dente dallabocca e lo donò loro: il gesto viene ancora ricordato e il dente conservato convenerazione nella chiesa a lui dedicata.

Da allora, però la sua attività diventa quasifrenetica: Da San Pietro Avellana a Trisulti, dal Monte Cacume a Sora, fino aPetra Imperatoris (Vallepietra). Ovunque per portare la parola di Dio tra lagente, insieme alla conoscenza delle tecniche agrarie, mediche e artistiche chei monaci benedettini sviluppavano, ormai, da ben 5 secoli. Davanti a lui sipiegano potenti e demoni. Nel contempo, Domenico ama la Chiesa: è un importante veicolo di riorganizzazione dellefila del mondo monastico del tempo, scosso da una profonda crisi di valori edalla corruzione, quindi, precursore di importanti movimenti di rinnovamentomonastico, come quello dei Cistercensi o dei Cluniacensi; combatte la simonia eil concubinato dei sacerdoti, in un’epoca in cui con l'approssimarsi dell'anno1000, il mondo è in gran fermento, con un diffuso degrado dei costumi, unacorsa all'acquisto della propria salvezza, con donazioni più o meno ricche allaChiesa, in vista della fine del mondo.

Si incontra con papa Giovanni XVIII, a cui chiede laprotezione pontificia per le sue fondazioni. Grazie ad una donazione di unfondo, fatta dal conte Pietro Rainerio, signore di Sora (FR) egli può costruireun monastero, che resterà per la sua importanza, legato al suo nome, stabilendovisidefinitivamente. Si ammala mentre intraprende un ennesimo viaggio per Tuscolo,ritornato indietro, muore a Sora il 22 gennaio 1031 e viene sepolto nellachiesa del monastero, dove è ancora conservato.

San Domenico è venerato anche in altreparrocchie della Diocesi (Pescolanciano, Carovilli, Salcito),nella provincia di Chieti (Pretoro,Villamagna, Palombaro), oltre che a Villalagoe a Cocullo, con la celeberrima festa del primo giovedì di maggio, nella qualeè incluso il rito dei Serpari; nel 1500 a Castel Pizzuto (Isernia) in seguito ad un morso di uncane randagio, inizia l’invocazione contro gli animali rabbiosi; è invocatoanche contro il pericolo della tempesta e della grandine, contro la febbre e ilmal di denti, perciò alcune statue lo rappresentano con un ferro di cavallo inmano.

San Domenico Abate con la sua opera missionaria,diffonde i valori della Cristianità e con le sue innumerevoli costruzioni dimonasteri e chiese ricorda all’uomo d’oggi che la Parola di Dio è più importante di tante nostre parole e chela legge della solidarietà è più importante della legge della domanda edell’offerta.

È questo il messaggio cristiano che rende San Domenico Abate un modelloattuale e modernissimo, da seguire oggi. La nostra Cristianità deve essere improntatanei valori autentici e deve essere salda, rispetto alle correnti forti dellacultura laicista attuale. Una cultura laicista che non ha più l'uomo, al suocentro, ma la società, ed è, pertanto, sorda ad ogni disagio dell'individuo.GIUSEPPE FEMMINILLICelenza Sul Trigno, 6 agosto 2014

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