Una povertà sistemica | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Una povertà sistemica

Una povertà sistemica Secondo l'Istat negli ultimi due anni non ci sarebbe stato un aumento dell'indice d'indigenza degli italiani e tale dato è stato valutato con una certa positività da alcuni politici di area governativa che evidentemente dimenticano che in sette anni di recessione economica l'Italia non ha messo in atto alcuno strumento serio di superamento della povertà assoluta che in tal modo sembra purtroppo essere considerata dalla classe dirigente un fatto sistemico.

In realtà i dati dell'Istat, se analizzati con una certa attenzione, sono drammatici.

Le persone che vivono in povertà assoluta, cioè prive di uno standard minimo accettabile di vita, sono 4 milioni ed interessano il 16% delle famiglie italiane ed il 23% di quelle composte di soli stranieri.

Ci sono ancora otto milioni di italiani, pari al 12,9%, che vivono in condizioni di povertà relativa.

Se si analizzano i dati in relazione al territorio della Penisola, la povertà assoluta va dal 4,2% del nord al 4,8 del centro fino all'8,6% del sud.

La povertà relativa poi si sposta dal 3,9% dell'Emilia Romagna fino al 28% della Sicilia e della Basilicata, mentre per il nostro Molise dal 2007 si è passati dal 13,6% al 24,4% anche per effetto di tante chiusure di aziende e di un'assoluta mancanza di programmazione culturale, economica e sociale della regione.

È dunque il Mezzogiorno, come sempre, che vive la situazione più tragica.
Se la povertà ha smesso di crescere, è altrettanto vero che la situazione di vita di tantissime famiglie, soprattutto in questi anni di pesante crisi economica, continua ad essere davvero drammatica.

Rispetto ad essa l'inerzia dello Stato sembra totale, perché, se si esclude l'idea del progetto di legge del Movimento5Stelle sul reddito di cittadinanza, le sole iniziative sono quelle assistenzialistiche legate ai concetti di carità e beneficenza che possono essere tollerate sul piano momentaneo della lotta alla miseria, ma che non rappresentano certo lo strumento necessario per un contrasto alla povertà capace di eliminarla da una società che invece ne fa uno strumento sistemico per creare strutture economiche molto lontane dal principio di fratellanza ed eguaglianza e sempre più protese all'arricchimento di pochi a danno dei più.

Costruire uno strumento nazionale o europeo di contrasto serio alla povertà in un sistema neoliberista che prevede lo sfruttamento sempre più massiccio della manodopera ai fini di un profitto spropositato ed immorale è pressoché inutile, perché si tratterà sempre di un surrogato alla vera soluzione del problema che è quella di una piena occupazione, come scriviamo da anni.

Sì, perché è la garanzia del diritto ad un lavoro equamente retribuito che può dare dignità ad esseri umani che oggi sono ancora costretti ad elemosinare sussidi o a ricorrere al mondo del volontariato.
Certo, rispetto alle difficoltà anche di natura alimentare di tante famiglie, la solidarietà di tanti enti ed associazioni sta avendo un ruolo utile, ma lo Stato o le grandi organizzazioni internazionali non possono demandare al volontariato un ruolo di sostegno ai poveri che, pur necessario, dovrebbe essere transitorio, mentre questa società sembra non aver mai preso in seria considerazione l'idea dell'eliminazione della stessa povertà, perché nella logica del sistema finanziario e capitalistico essa è funzionale al modo di produzione, come dimostrano i processi di globalizzazione e delocalizzazione.

D'altronde possiamo forse nasconderci che gli stessi fenomeni migratori che attraversano i continenti sono figli della miseria e sfruttati dagli imprenditori per avere manodopera a basso costo?
Rispetto alle necessità dell'inclusione anche il piano di "Garanzia giovani" si è dimostrato un ennesimo programma di assistenzialismo nelle mani delle forze politiche.

Rispetto ad una classe dirigente nazionale ed europea che è ormai al servizio del mondo finanziario fa da contraltare un'assoluta incapacità di strutturazione e di operatività di quella che un tempo è stata la "Sinistra" e che per tanti è diventata anch'essa oggi una gabbia di potere, sia pure minimo o fittizio.

Della lotta alle tentazioni dell'egoismo e dell'inclusione sociale dei poveri per il bene comune si occupa forse in perfetta solitudine un uomo come papa Francesco che ha posto tali temi in due documenti molto profondi quali sono la "Evangelii gaudium" e "Laudato sì".

Noi siamo convinti che anche su tali temi e sugli sviluppi delle soluzioni ai problemi che pongono si giocherà il futuro di progresso dell'idea di Europa Comune che oggi sembra vivere difficoltà insormontabili a causa del risorgente nazionalismo che poi è sempre figlio di interessi particolaristici e non certo utile all'aggregazione paritaria di popoli e culture. Umberto BerardoTrivento (CB), 20 luglio 2015

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