SANTA FELICITA E I SETTE SANTI MARTIRI, recensione del libro di DON ERMINIO GALLO, Ed. Palladino | Diocesi di Trivento

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SANTA FELICITA E I SETTE SANTI MARTIRI, recensione del libro di DON ERMINIO GALLO, Ed. Palladino

SANTA FELICITA E I SETTE SANTI MARTIRI, recensione del libro di DON ERMINIO GALLO, Ed. PalladinoLa martire Santa Felicita, comunemente, nella tradizione, è stata associata al culto dei Santi Martiri Felice e Filippo (sepolti nel cimitero di Priscilla) Vitale, Marziale e Alessandro (seppelliti nel cimitero dei Giordani) Silvano (o Silano) in quello di Massimo e Gennaro in quello di Pretestato, in quanto ritenuta loro madre e associati tutti con lei nel martirio. Anche il Martirologio riporta la congiunta memoria di questi martiri in un solo giorno, mentre pone la memoria di Santa Felicita il 23 novembre presso il cimitero di Massimo.

A Bagnoli del Trigno, da tempo immemorabile, si celebra il martire San Vitale, ritenuto uno dei figli di Santa Felicita, di cui si conservano alcune antiche reliquie. Su incarico del parroco, don Mauro di Domenica, lo storico e cancelliere della Diocesi di Trivento, Don Erminio Gallo, ha investigato la questione, per fare luce e chiarezza sulla vicenda del martirio della santa e dei suoi preziosi figli, consentendo di gettare lo sguardo su un mondo, a noi oggi ormai poco noto, sul culto e sulla venerazione dei martiri nei primi secoli della cristianità ed anche sul simbolismo religioso vivente a loro attributo, con il collegamento delle loro vite a passi precisi della Sacra Scrittura, influenzati dalla rilettura storica di essi generata in seno alla comunità cristiana relativa al tempo di persecuzione da lei vissuto come attualizzazione della parola di vita nel suo oggi concreto.

E’ questo, infatti, il caso del collegamento di Santa Felicita ai sette santi martiri nella rilettura religiosa fornita dalla comunità cristiana, in quel tempo veramente concentrata nel collegare i libri dei Maccabei, che raccontavano la lotta dell’ultimo Israele contro l’idolatria e le persecuzioni del paganesimo contro i  discendenti di Alessandro Magno , al tempo storico di persecuzione vissuto dalla Chiesa come il ripresentarsi di quella lotta storico-spirituale nel suo oggi per l’affermazione della Fede.

Don Erminio, da buon investigatore, apre prima lo sguardo sulle persecuzioni subite dai cristiani da Nerone ad Antonino Pio, periodo del martirio di Felicita e dei Sette Santi Martiri, analizzandone le ragioni e il fondamento giuridico, quindi passa all’analisi delle fonti documentarie, tra cui, oltre ai sacramentari, ai calendari e ai martirologi, esamina in modo particolare  gli “Atti sinceri de’ primi martiri della Chiesa Cattolica”, raccolti dal P. Ruinart,  riportanti la traduzione italiana, seppur del Settecento, della passione di Felicita e la “Collezione di leggende inedite scritte nel buon secolo della lingua toscana” a cura di Francesco Zambrini e Giovanni Bastia, dove si trova la trascrizione del martirio di Felicita e dei sette fratelli, tratta da un codice della biblioteca Magliabechiana, e li mette in sinossi con il libro apocrifo 4 Maccabei, dimostrando come esso abbia avuto un influsso notevole nella rilettura storica del martirio della santa e dei sette martiri presi in esame.

Questo capitolo è fondamentale per far capire come il martirio di Felicita e dei sette santi martiri sia stato elevato nella tradizione della Chiesa a simbolo spirituale/allegorico della lotta di una famiglia-comunità la Chiesa contro il paganesimo, l’idolatria, il rifiuto di Dio, rendendo Felicita e i sette un’unica famiglia come la Chiesa, dove la Madre sostiene i figli nella testimonianza della Fede con la luce gloriosa della promessa della vita eterna, che vale la lotta contro lo spirito di vanità e di falsa felicità umana promesso dal mondo.

Il terzo ed ultimo capitolo, quindi, nel descrivere i cimiteri che ospitarono i resti di Felicita e dei sette fratelli, fa chiaramente comprendere l’improbabilità storica del collegamento del martirio come unico evento subito da un'unica famiglia di Felicita e dei Sette Martiri, e dimostra altamente improbabile qualsiasi presunto collegamento storico familiare tra di loro e soprattutto il fatto di essere stati martirizzati tutti insieme. Segue quindi la ricca appendice documentaria, che si raccomanda di leggere con attenzione, dove Don Erminio da buon storico dà le prove definitive e chiare a fondamento della sua indagine.

Un ultima considerazione va fatta : con la nostra logica potremmo pensare che l’operazione effettuata dalla Chiesa sul martirio di Santa Felicita e dei Sette Martiri possa essere una falsificazione storica, in realtà, proprio attraverso lo studio di Don Gallo, emerge tra le righe il senso e la percezione del culto dei  Santi Martiri nella Chiesa : essi e la loro vicenda sono rilette alla luce della Fede per diventare esempi attualizzanti della viva Parola di Dio, che illumina la vita della Chiesa, e sono presentati come eventi attualizzanti loro stessi della storia della salvezza, da imitare spiritualmente per vivere uniti a Cristo.

Qui vi è il fondamento del loro culto: la loro destoricizzazione e la lettura allegorico/spirituale della loro vita, che li rende esempi viventi della storia della salvezza, ne impedisce proprio il culto idolatrico e li pone come esempi del Cristo stesso, che è l’unico veramente da adorare e che opera ed agisce in loro e nella loro storia.

Il libro sarà presentato dall’autore il giorno 17 agosto 2016 alle ore 19.00 presso la Sala Conferenze del Santuario Madonna di Fatima in Bagnoli del Trigno (IS).DON FRANCESCO MARTINO4 agosto 2016

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