Segnalazioni
30° anniversario della morte di Padre Fiorante, missionario di Civitanova
Il 3 Maggio 2009 ricorre il trentensimo anniversario della morte di Padre Antonio Fiorante, missionario comboniano di Civitanova del Sannio, barbaramente ucciso a Pakwach, in Uganda.
“Io sono felicissimo di essere quello che sono e più vado avanti nella vita, più ringrazio il Signore che mi ha chiamato per questa strada che è fonte di tanta gioia e soddisfazione”.
Sono le ultime parole scritte al cugino, quasi il suo testamento, da Padre Antonio Fiorante, missionario comboniano barbaramente ucciso in Uganda, nella notte del 3 maggio 1979.
Rivolto ai suoi concittadini, per ringraziarli dei loro contributi, aveva precedentemente scritto: “Si, colui che vi scrive è quel lazzarone di Padre Fiorante che invece di andare a guadagnarsi un po’ di soldi in America come hanno fatto tanti altri Civitanovesi, se n’è andato in Africa a fare il missionario e a spendere i soldi che non ha, per aiutare quella gente che forse domani gli farà la pelle.”. Aveva messo in bilancio anche il suo martirio.
Degno ed eletto figlio della Terra Molisana, nato a Civitanova del Sannio il 15 ottobre 1925, fu battezzato nella Chiesa di San Silvestro Papa l’8 novembre dello stesso anno dal Canonico Emilio Di Tomaso e cresimato il 3 giugno 1934 da Monsignor Giovanni Giorgis.
Frequentò i tre anni di scuola media nel Seminario di Sulmona, il ginnasio nella Scuola Apostolica dei Padri Comboniani di Brescia e i due anni di noviziato a Firenze, dove emise i primi voti religiosi il 7 giugno 1944. Continuò gli studi a Venegono Superiore (Varese) dove emise i voti perpetui, consacrando per sempre la sua vita al Signore il 23 settembre 1949. Fu ordinato Sacerdote nel Duomo di Milano dal Cardinale Schuster il 3 giugno 1950 e, dopo cinque giorni, celebrò la sua prima Messa solenne nella Chiesa di San Silvestro Papa, nel suo paese natale, tra la gioia ed il compiacimento della sua gente.
Alla fine del 1953, finalmente la sognata Africa, partì missionario per il Bahr el Ghazar (Sudan). Passò quindi ad Angal (Uganda) nella diocesi di Arua. Attivissimo ed infaticabile lavoratore, fondò la Missione di Parombo, dove fu parroco per dieci anni; lo era da tre a Pakwach, quando mani assassine misero fine alla sua esistenza terrena.
Erano le 7 del mattino del 4 maggio 1979, le suore della Missione, contrariamente al solito, trovarono la chiesa ancora chiusa. Fatto strano in quanto i missionari erano mattinieri. Trovarono la porta d’ingresso della casa dei padri spalancata e così pure tutte le porte interne. Entrate nella stanza di Padre Fiorante, lo trovarono supino a terra, nudo, con una corda legata (non stretta) al collo, una ferita all’orecchio e una sulla tempia opposta (segni di una pallottola entrata dall’orecchio e uscita dall’altra parte). La faccia era bluastra, senza tracce di sangue fuori. Sulla schiena vi erano segni di colpi, presumibilmente era stato colpito con scarponi o col fucile, il ventre era gonfio. Non vi erano altri segni di percosse. La corda era legata ad una gamba del letto.
Padre Silvio Dal Maso, suo compagno di missione, era seduto per terra, con la faccia rivolta in alto, coperto solo da una maglietta. Gli avevano legato i piedi con lo spago. Aveva una ferita di arma da fuoco che attraversava il collo da un lato all’altro; aveva perso molto sangue e non aveva altre ferite. Nella mano sinistra stringeva il rosario.
Civitanova ha voluto erigere nel giardino antistante la Scuola un monumento a Padre Antonio Fiorante e uno a Padre Antonio Spugnardi, altro missionario comboniano civitanovese scomparso l’11 giugno 1998, con la certezza che “per i docenti saranno un esempio luminoso ed un monito di fedeltà alla propria missione, attuando la pedagogia dell’amore; per gli alunni una guida, una voce, una luce sulla via della virtù, dell’amore a Dio e al prossimo; per tutti una sosta quasi obbligata, perché attratti e conquistati dalla mitezza, dal fascino della modestia comprendano quali sono i veri valori della vita.”.
Nel venticinquesimo anniversario della morte di Padre Fiorante si son volute raccogliere testimonianze sulla vita e sul suo ministero sacerdotale, per pubblicarle in un libro dal titolo “Padre Antonio Fiorante, un seme da raccogliere” (disponibile in Parrocchia), perché scrivano una pagina indelebile della nostra storia e perché il seme da lui buttato non si disperda, ma sia raccolto dalle future generazioni, per costruire un futuro migliore. Solo così il suo sacrificio non sarà stato inutile.
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaCivitanova del Sannio (IS), 29 aprile 2009