Risposta ad una richiesta di chiarimento circa la Visita Pastorale che il nostro Vescovo Domenico ha solennemente aperta il 20 gennaio scorso | Diocesi di Trivento

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Risposta ad una richiesta di chiarimento circa la Visita Pastorale che il nostro Vescovo Domenico ha solennemente aperta il 20 gennaio scorso

Risposta ad una richiesta di chiarimento circa la Visita Pastorale che il nostro Vescovo Domenico ha solennemente aperta il 20 gennaio scorsoE’ arrivata una richiesta di chiarimento circa la Visita Pastorale che il nostro Vescovo Domenico ha solennemente aperta il 20 gennaio scorso, festa della Dedicazione della splendida Cattedrale di Trivento.

Cerco di rispondere nel modo più semplice e informale possibile.

Gli stemmi dei nostri vescovi sono sempre sormontati e si contraddistinguono per un cappello, dal quale discendono nastri e fiocchi di colore di verde. E non vi figurano come una volta né mitria e né pastorale, ora aboliti dagli stemmi.

Questo cappello si chiama galero ed è il copricapo tipico del pellegrino: il vescovo, mandato dal papa ad evangelizzare la sua Diocesi, vi si fa pellegrino di pace, presso tutte le singole comunità a lui affidate.

Tante volte la Bibbia attribuisce a Dio il gesto della visita; possiamo ricordare il Benedictus di Zaccaria: "Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha Visitato e redento il suo popolo".( Lc 1,68). Il Vescovo, pastore e padre della Diocesi, concretizza questa presenza avvicinando tutti i suoi fedeli. E’ vero che lo fa già molte volte durante l’anno, non esistono prelati che si rinchiudono nel silenzio ovattato e tranquillo dei sacri palazzi, ma indicendo la Visita Pastorale ogni Vescovo dà una sistematicità e una continuità a questo suo essere per la gente e fra la gente.

Il Vescovo Scotti passerà e sosterà in mezzo a noi, fermandosi anche per più giorni di seguito in ogni parrocchia, per rafforzare i nostri passi sulla via della Fede e per illuminare più ampi spazi alla Speranza cristiana, per conoscere, ascoltare, dialogare, capire, confortare, aggiustare, correggere, incoraggiare…

Naturalmente la fruttuosità e il raccolto spirituale che scaturiranno della sua prima Visita sono legati anche alla sua preparazione nella preghiera e alla disponibilità pastorale di quanti sono più sensibili alla chiamata missionaria; in questo senso sarebbe bello poter far leva in particolare su tutti i partecipanti alle assemblee liturgiche domenicali.

Il Vescovo Scotti durante la sua Prima Visita Pastorale incontrerà ogni sacerdote, i religiosi, le religiose e i membri dei Consigli; ci saranno tempi riservati per colloqui personali e di gruppo con laici. Ogni comunità parrocchiale avrà un momento di preghiera e di comunione col Vescovo: o con la Messa o con una liturgia della Parola.

Ogni volta il Vescovo al termine dei vari incontri o con i sacerdoti o con i membri dei consigli si premurerà di presentare riflessioni e indicazioni per procedere con loro a una verifica puntuale e precisa della situazione concreta vissuta dalla comunità parrocchiale. Successivamente invierà una lettera conclusiva con osservazioni, prescrizioni e incoraggiamenti al buon lavoro pastorale.

Mi sembra di sentire una obiezione alla visita: "Va bene, ma sarà, come tante altre iniziative, un fuoco di paglia". Non è vero: la buona riuscita dipende sempre, dipende in gran parte tutta e sola da ognuno di noi.

Vale la pena, a proposito, ricordare la risposta data ad un contadino, scarpe grosse e cervello fino, che si era presentato tutto impettito davanti ad uno dei più saggi filosofi greci: “Tu che sai tutto, dimmi chiaramente: secondo te il passero che ho racchiuso nella mia mano è vivo o è morto?” La risposta del sapiente fu immediata e disarmante: “La vita di questo povero uccellino dipende solo da te: se stringi più forte le dita egli è morto, se invece apri la mano egli vive e se ne volerà felice nell’aria!”

Non c’è dubbio che tutto dipenderà anche da come la Santa Visita sarà stata accettata, preparata, attesa e vissuta. A questo scopo la parrocchia deve diventare autentica "casa e scuola di comunione e laboratorio di fede"; e così gli oratori, i gruppi e le associazioni siano luoghi di formazione alla fede e di testimonianza della carità.Don Mimì FazioliTrivento (CB), 8 febbraio 2010

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