Le parole del parroco a conclusione della cerimonia di inaugurazione della chiesa di San Casto | Diocesi di Trivento

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Le parole del parroco a conclusione della cerimonia di inaugurazione della chiesa di San Casto

Le parole del parroco a conclusione della cerimonia di inaugurazione della chiesa di San Casto

Carissimi,
può ben esultare l’animo nostro in quest'ora nella quale questa chiesa, per le mani dell'Eccellentissimo nostro Vescovo mons. Domenico Angelo Scotti, ha ricevuto la solenne consacrazione e la giusta intitolazione a San Casto, primo evangelizzatore e primo Vescovo di Trivento.

La possiamo ammirare tutti: una chiesa moderna, bella tutta, luminosa, particolare per la sua funzionalità, abbellita con semplicità e buon gusto nel suo interno, impreziosita da queste artistiche vetrate. Chiesa che comincia ad essere da questa sera venerata e cara al cuore di ognuno di noi, anche perché sotto la pietra sacra dell’altare è stato inserito un cofanetto contenente le reliquie dei nostri Santi Patroni e martiri Nazario e Celso, inviateci appositamente dalla Curia Metropolitana Ambrosiana.

Questo giorno segna per tutti noi un'altra pagina gloriosa della nostra storia, pagina ricca di fede e di ardimenti, d'umili sacrifici e di tenacia, di fervore e di concordia.

Oh! fedeli triventini, vi sia sempre caro questo tempio, che è casa di Dio e anche casa vostra, ed è stato anche un sogno del compianto predecessore mons. Antonio Cerrone: come abbiamo cara la sua memoria, impegniamoci a valorizzare appieno questo tempio.

L'umanità ha sempre sentito il bisogno di raccogliersi negli edifici sacri per elevarsi a Dio sulle ali della preghiera. Pensate alla meravigliosa cripta dedicata dai nostri antenati a san Casto e alla maestosa cattedrale dedicata ai Santi Nazario, Celso e Vittore che domina tutta questa vallata del Trigno e che con il suo imponente campanile ci ricorda che il nostro cammino di santità e orientato sempre e tutto verso il cielo.

In un mondo qual è quello di oggi, nel quale non tutto è ormai più limpido, ma purtroppo potrebbe diventare regno di satana e del peccato, si sente sempre più intenso il bisogno del tempio di Dio; in mezzo alla notte dell'errore e tra le molteplici aberrazioni presenti, si sente impellente il bisogno di un'ora di luce serena che piova dal cielo; nell'odio manifesto che agita e divide le persone, si fa più viva l'aspirazione verso quest'oasi di pace, che è il tempio cristiano, dove gli uomini si ritrovano come fratelli; tra le lotte e le tempeste della vita, ci sia caro il rifugio della Chiesa, isola di conforto e di salvezza; nel ritmo accelerato ed angoscioso di una vita moderna sollecitata solo dei beni terreni, cerchiamo l'ombra riposante del tempio, dove devono pure germogliare e risplendere maggiormente i templi spirituali delle anime vostre ed il tempio costituito di pietre vive, che è la vostra famiglia.

Mettiamoci all’opera e profondiamo in questo lavoro di edificazione spirituale lo stesso zelo, la stessa tenacia, lo stesso fervore che manifestiamo nel gioire per questa nuova chiesa.

Perciò il nostro cuore sia un altare mondo, da cui salga ogni giorno a Dio gradito un sacrificio di fede e di amore, di generosa rassegnazione e di preghiera.

Nel tempio spirituale, che è l'anima di ciascuno di noi, ripetutamente consacrato dai Santi Sacramenti, sia impressa l'immagine dei Santi; vi arda notte e giorno la lampada vigile della fede e dell'amore e vi risplenda la ricchezza delle opere buone.

Notate bene, manca ancora il tabernacolo: perché? Perché ogni nostro cuore deve essere sacro come il tabernacolo e come nel tabernacolo santo, abiti nell'anima nostra Gesù vivente ed operante: Christum habitare per fidem in cordibus vestris (Ef 3, 17).

Anche le nostre famiglie siano restaurate ed adornate a somiglianza del tempio cristiano. Vi regni l'amore, che è sacrificio, vi regni la pace, che è figlia dell'amore e madre dell'ordine, vi regni sovrana la legge di Dio. Questo è il progetto pastorale che il Vescovo e il presbiterio diocesano stanno portando avanti da anni nelle nostre parrocchie.

Se conserveremo sempre bello il tempio delle anime nostre, se ogni famiglia sarà un tempio di eletti, allora ameremo sempre più questa nostra chiesa e meglio comprenderemo come essa sia veramente la casa di Dio e l’atrio del Cielo.

Grazie alla CEI che ha finanziato tutta l’opera solo con i fondi erogati dell’otto per mille, nelle persone del suo Presidente il card. Bagnasco, del segretario generale mons. Crociata e in particolare di mons. Giuseppe Russo, responsabile del servizio nazionale per l’edilizia di culto, il quale ha dato valido contributo con appropriati suggerimenti. Ricordo che le amministrazioni civili non vi hanno messo un centesimo.
Grazie soprattutto a Voi, Eccellenza Reverendissima, che ci avete difeso dalle critiche, sostenuto nelle mille difficoltà e incoraggiato ad andare sempre avanti con questo progetto.
Grazie infinite a don Antonino, ideatore, programmatore e risolutore di tutti i vari problemi, piccoli o grandi che siano stati, (con il telefonino che non lo lasciava riposare né di giorno e né di notte).
Grazie all’ing. Sergio progettista ispirato e impagabile direttore dei lavori, soprattutto sempre presente.
Grazie alla Ditta C.G.R. srl di Giacomo e di Donato e alle varie consociate, esecutrice veramente impeccabile dell’intero manufatto.
Grazie ai responsabili della Vetreria Artistica Vetrarte di Sparvieri Alessandro e Paolo Corpetti. Grazie poi ai sacerdoti (in special modo a chi è venuto da tanto lontano) e alle autorità, civili e militari, che ci hanno onorato questa sera con la loro gradita presenza.
E ancora grazie di cuore a tutti voi fedeli che avete partecipato così numerosi ed attenti; grazie al Comitato spontaneo che al termine offrirà un buffet agli intervenuti; grazie anche al coro della cattedrale e al suo maestro Mario, a don Gigino cerimoniere preciso e scrupoloso, a don Antonio Guglielmi, ai ministranti e ai confratelli della Congrega della Santissima Trinità, alla quale ci si può sempre iscrivere, non solo per avere i posti riservati nelle migliori occasioni!!! Se ho dimenticato qualcuno ne chiedo umilmente scusa, grazie insomma a tutti quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo bellissimo e sontuoso sacro edificio e la celebrazione di questa sera.

Don Mimì FazioliTrivento (CB), 29 luglio 2010

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