Sanità: ammirevole lo sforzo per far digerire anche ciò che è di per sé incomprensibile e materialmente indigeribile! | Diocesi di Trivento

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Sanità: ammirevole lo sforzo per far digerire anche ciò che è di per sé incomprensibile e materialmente indigeribile!

Sanità: ammirevole lo sforzo per far digerire anche ciò che è di per sé incomprensibile e materialmente indigeribile!

"In alcuni casi - ha riferito il Presidente Michele Iorio - la carenza di strutture per r.s.a. ha causato ricoveri contabilizzati (ma definiti impropri) perché somministrati a pazienti che avrebbero dovuto essere ammessi in reparti di lunga degenza oppure in residenze sanitarie. Di qui - conclude - il nuovo percorso che la Regione sta seguendo, sotteso a rivedere la nostra strutturazione e ad adeguarla ai nuovi standards di qualità. Diciamo questo nella certezza di aver imboccato una giusta via per dare una Sanità migliore a tutti i Molisani".

Il Capo dell'Esecutivo regionale ha utilizzato questi contenuti per esprimersi in sede di Conferenza Stato-Regioni; e, in tal modo, ha lasciato intendere cosa voglia dire quando sostiene che nessun presidio ospedaliero verrà chiuso. In sostanza, i battenti di quei plessi che ospiteranno le r.s.a. programmate rimarranno sempre aperti perché - tra quelle pareti - si praticheranno pochi interventi ma verrebbe somministrata molta assistenza. Ecco perché una volta, in un'intervista televisiva, Iorio precisò che, mentre gli acuti sono pochi, sono gli assistibili a rappresentare la gran maggioranza, soprattutto in una piccola-vecchia regione quale è quella molisana. Se questa è la teoria, rimane da capire cosa sia una Residenza sanitaria assistenziale.

Le Rr.ss.aa, laddove già operative, vengono descritte quali strutture organizzate per nuclei ospitanti soggetti non autosufficienti e non assistibili a domicilio a cui vengono fornite ospitalità e prestazioni sanitarie assistenziali di recupero funzionale e di stabilizzazione. Vi si svolgono attività volte a prevenire il danno funzionale da patologie croniche per il vantaggio di soggetti le cui limitazioni fisiche (e/o psichiche) non consentirebbero di condurre una vita autonoma e che non necessitano di ricovero ospedaliero o in centri di riabilitazione.

La lunga degenza degli ospiti e la continuità di rapporti con gli operatori permettono di aprire lo sguardo sulla multidimensionalità e sulla multiprofessionalità dell'assistenza nonché su motivazioni, attitudini e storia personale di ospiti e di operatori. Si tratta di elementi tutti imprescindibili per realizzare le attività riabilitative. Queste strutture debbono garantire l'assistenza medica, quella infermieristica e quella riabilitativa (in analogia con le indicazioni previste dai criteri regionali) oltre all'assistenza riabilitativa ed all'attività di animazione secondo precisi modelli di standardizzazione i cui risultati applicativi e gli outcome sono soggetti ad analisi qualitativa e quantitativa periodica.

Sulla base delle esperienze degli altri, la presa in carico di ogni ospite avviene, dopo l'accoglienza, attraverso la compilazione informatizzata della cartella clinica, documento multidimensionale integrato dalle diverse competenze sociali, sanitarie e riabilitative, che comprende il Piano sanitario individualizzato (Pai) e che consente di registrare - nel tempo - tutte le modificazioni clinico-funzionali e psicosociali intercorrenti, naturalmente con la partecipazione dell'ospite (laddove possibile) e della sua famiglia. In sostanza, una Rsa non è soltanto ospitalità quand'anche assistenza, prevenzione ed ausilio ai parenti più stretti.

Logico che, in ogni Residenza, debba operare un "Nucleo Alzheimer", dedicato a soggetti affetti da demenza e da disturbi del comportamento. Questo per garantire le necessarie condizioni di protezione e di sicurezza e - nel contempo - ritmi di vita e stimoli riabilitativi adeguati alle ridotte capacità cognitive e funzionali. L'organizzazione del nucleo dovrebbe prevedere la presenza di operatori qualificati per garantire l'assistenza 24 ore su 24. Un'èquipe multidisciplinare dovrebbe garantire la definizione dei più appropriati ed efficaci piani di assistenza personalizzati, usando le metodologie ed i protocolli più avanzati, frutto di una continua ricerca sul campo. Il Nucleo, organizzato in maniera da creare un ambiente "protesico", opera secondo una logica riabilitativa e riattivante in un'atmosfera familiare e confortevole al fine di garantire il massimo grado di libertà coniugato con il massimo grado di sicurezza.

Se dovesse essere veramente questo il nuovo scenario del "Vietri" e degli altri ospedali con r.s.a., l'opinione pubblica dovrà fare di necessità virtù ed imparare a convivere con questi nuovi orizzonti che, di primo acchito, appaiono bene angusti rispetto al passato, inducendo al pessimismo pure l'ottimista più incallito. Però occorre anche riconoscere che la Regione Molise, almeno sino ad ora, non poteva vantare alcuna forma di assistenza residenziale appropriata che sicuramente domani (se attuata) potrebbe finire con l'incidere sulla cultura sanitaria territoriale locale, apportando un significativo arricchimento all'offerta sociale ed assistenziale.

Qualcosa di simile è già realtà in Puglia, almeno dal 2005. Qui, nel corso di questi 5 anni, il trend si è rivelato in continua crescita con 4.089 ricoveri di cui 500 con patologia-Alzheimer (età media 77 anni). I gruppi diagnostici maggiormente rappresentati risultano essere stati: malattie e disturbi del sistema cardiocircolatorio (30%); del sistema nervoso (26%); dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo (24%); dell'apparato respiratorio (15%) e dei disturbi mentali (5%).

Dal sito del Ministero alla salute libro bianco sui principi fondamentali del servizio sanitario nazionale

Claudio de Luca
(da Prima PaginaMolise)
1 ottobre 2010

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