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Ricordo di un uomo diventato grande papa e di un papa che è rimasto un uomo eccezionale

Ricordo di un uomo diventato grande papa e di un papa che è rimasto un uomo eccezionale È solo da pochi giorni che è stato stato celebrato il sesto anniversario della morte di papa Giovanni Paolo II.

Già in Agnone, a marzo, con la presenza del cardinale Sebastiani avevano commemorato l’anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II, quando cioè il 19 marzo 1995 il papa Karol Woityla aveva visitato la cittadina altomolisana. La Pontificia Fonderia Marinelli ha per l'occasione creato un'apposita campana sulla quale sono scolpiti: il ritratto di Wojtyla, l’immagine di San Pietro, primo Papa, lo stemma del pontificato di Giovanni Paolo II, la facciata della Basilica Vaticana e la data di beatificazione sotto Papa Benedetto VI. “La lunga, sorprendente, visita di Giovanni Paolo II rimane l’avvenimento più prestigioso ed emotivamente coinvolgente nella storia della millenaria Fonderia di Agnone un evento che col passar del tempo si colora ancor più di valori, significati ed indescrivibili emozioni. L’indimenticabile frase del Santo Padre dopo la visita in fonderia “...ciascuno di noi porta in se una campana, questa campana si chiama cuore e questo cuore suona e, spero suoni sempre delle belle melodie”.

Tutti il 2 aprile abbiamo ricordato i momenti commoventi della morte di questo grande papa e siamo in attesa della data della sua prossima beatificazione in piazza San Pietro il 1° maggio.
Ci pare opportuno riportare uno stralcio della lettera scritta da papa Wojtyla in occasione della IV Conferenza mondiale della donna a Pechino: è questo un brano di alta ed intesa liricità con il quale si ringrazia colei che genera ogni nuova vita a vantaggio dell'intera umanità.

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù... ”.

Ufficio comunicazioni sociali - Trivento4 aprile 2011

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