Il dolce risveglio in una qualunque mattina di metà maggio | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Il dolce risveglio in una qualunque mattina di metà maggio

Il dolce risveglio in una qualunque mattina di metà maggio È l'alba, è come una magia: all'inizio tutto intorno è silenzio e tranquillità, quasi un placido mistero.

Sto alla finestra e guardo la strada, osservo i colori del mattino... la debole luce dilaga piano piano, discreta e benefica, come in punta di piedi, senza far rumore.

Poi sento la prima campana che suona i suoi rintocchi e vedo, lontano, la prima auto che va via lentamente; lungo la scalinata due passanti mattinieri s'incontrano e frettolosi si scambiano un saluto cordiale e misurato, quasi a non voler disturbare la quiete del silenzio.

Le rondini, già da un pezzo, intrecciano i loro voli, librandosi in cielo, disegnando mille e mille traiettorie, sempre nuove e sempre diverse...

Intanto qualche finestra comincia ad aprirsi, sbadigliando, mentre il centro della città sembra che pian piano di desti dal lungo e pigro sonno della notte.

Apro anch'io i vetri della mia finestra e faccio entrare l'aria fresca del mattino: al balcone di fronte i panni stesi salutano il fresco vento giocherellone e con lui iniziano dispettose scaramucce, profumate di freso bucato. Un falco già volteggia lassù, in alto, e mi porta tutto il profumo dei boschi e della montagna, mentre gli alberi iniziano la danza discreta delle loro foglie novelle, agitando lentamente le loro braccia, come per un timido e prolungato saluto.

È giorno ormai: che sia un nuovo giorno di pace, tutto pieno di promesse e di speranze. Nel nome di Dio è iniziato questo nuovo giorno, qui, davanti ai miei occhi soffuso di colori e colmo di sorprese, mi impegno a fare gesti teneri e misurati, ad esercitare la fatica della pazienza in un continuo e delicato riequilibrio tra superficialità e profondità, tra bisogni e soddisfazioni, tra entusiasmo e serenità.

Chiedo al Signore che oggi non mi manchi la volontà di far bene il mio dovere, sballottato sempre come sono tra il vivere e il gioire, il parlare e l'ascoltare, il tacere e il cantare, senza punto trascurare l'amare e il sognare.

Prima che il chiacchiericcio della gente e il rumore delle auto prendano il deciso sopravvento, eleviamo insieme una semplice e sincera preghiera a Maria, la regina della primavera, del silenzio e dell'ascolto.don Mimì FazioliTrivento (CB), 13 maggio 2013

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