La scomparsa di don Alessandro Porfirio: ricordo di un sacerdote infaticabile e silenzioso | Diocesi di Trivento

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La scomparsa di don Alessandro Porfirio: ricordo di un sacerdote infaticabile e silenzioso

La scomparsa di don Alessandro Porfirio: ricordo di un sacerdote infaticabile e silenzioso

Il giorno di San Valentino la grande famiglia diocesana di Trivento, e non solo, è stata colpita da una perdita improvvisa, la morte di Don Alessandro Porfirio, parroco di Roccaspromonte, frazione di Castropignano in provincia di Campobasso. Se ne è andato in punta di piedi come del resto in punta di piedi ha vissuto settantasei anni della sua vita, il servizio sacerdotale, gli affetti più cari, la famiglia e l’amore per il prossimo.

Primo di sette figli, trascorse la fanciullezza a Trivento nella casa in Piazza Fontana che condivise insieme ai genitori, due sorelle e quattro fratelli. Prestissimo, a soli 11 anni entrò nel Seminario vescovile di Trivento.
Sin dall’inizio chi lo conobbe non poté fare a meno di notare l’intelligenza del cuore e dell’anima. Capace di ascoltare e di quella ubbidienza che fa crescere, osservava ed imparava. Dopo la formazione teologica a Chieti e Salerno, il 1° luglio 1964 a ventisei anni il “si” a Dio, totale ed incondizionato. Consacrato sacerdote nella Cattedrale di Trivento, da allora ha servito il Signore con umiltà, pazienza, semplicità, mitezza, perseveranza e sacrificio.

Riservato, discreto, a chi lo incontrava ed ai suoi parrocchiani non negava mai parole accoglienti e generose. Fraterno ed amichevole, è stato parroco della chiesetta Santa Maria della Pietà di Roccaspromonte per ben 50 anni. Tuttavia, nell’ultimo periodo trascorreva parte del suo tempo nel Santuario della Madonna del Peschio da lui eretto poiché si occupava personalmente della costruzione di una chiesa e di una casa di preghiera dedicata a fra Immacolato Brienza. Non è un caso che la vita di don Alessandro si fosse incrociata con quella del servo di Dio fra Immacolato. Accomunati dall’amore per la Madre Celeste Maria, intenso era il legame spirituale che li univa in unico abbraccio alla croce di Gesù. Amico, confidente, per venticinque anni don Alessandro si è recato settimanalmente a Campobasso per portargli i sacramenti e celebrare la Santa Messa.

Testimone delle virtù del pio carmelitano, dopo la morte nel 1989 ne è stato il promotore della causa di beatificazione. Tanta la commozione quando parlava di fra Immacolato, e tanta la semplicità con la quale raccontava dettagli sconosciuti delle sue tribolazioni, segni inconfutabili di santità. Il religioso, infatti, si ammalò poco più che ragazzo e la sua sofferenza fu vissuta come partecipazione all’opera redentrice di Cristo. A quanti angosciati da difficoltà si rivolgevano a lui, diceva: “Chiudete gli occhi e ciecamente affidatevi al Signore ed alla materna intercessione della Vergine Maria”. Come Fra Immacolato, l’invocazione “affidatevi al Signore” era una raccomandazione che Don Alessandro rivolgeva con grande senso paterno a chiunque lo avvicinava. Nessuno se ne andava da lui senza aver ricevuto una parola di conforto e, perché no, anche un sorriso.

La mattina del 14 febbraio dopo un leggero mancamento, che non faceva presagire l’accaduto, è morto e le sue ultime parole sono state: “Come vuole il Signore”.
Ancora una volta e fino alla fine, si è affidato all’amore indissolubile di chi lo ha amato per primo.

Tantissima la gente che è accorsa nella sua casa per l’ultimo saluto e gremita la chiesa dove si sono svolti i funerali il giorno dopo. Nella parrocchia Santa Maria della Pietà di Roccaspromonte c’erano autorità locali, bambini, giovani, meno giovani, sacerdoti, ed una folla numerosissima di fedeli perché don Alessandroera benvoluto da tutti. Durante la celebrazione, commosse le parole di S.E. mons. Domenico Scotti, che ne ha ricordato la sensibilità, l’umanità e lo spirito di sacrificio. E poi non sono mancati pensieri di cordoglio e di affetto per ciò che Don Alessandro ha dato alla sua comunità. Sacerdote integerrimo, esempio di vita, guida e importante punto di riferimento per ognuno, ha lasciato un’eredità spirituale da raccogliere e da imitare.

Dai suoi scritti riportiamo un pensiero che fa da testamento: “Signore allontana da me la presunzione di dire di aver fatto qualcosa di buono nella vita. Sei Tu e solo Tu che fai tutto”. E tutto gli darà il Signore in Paradiso.

Rosanna CarosellaTrivento (CB), 27 febbraio 2014

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