Son già passati tre anni da quando don Antonio Cerrone se ne è andato | Diocesi di Trivento

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Son già passati tre anni da quando don Antonio Cerrone se ne è andato

Son già passati tre anni da quando don Antonio Cerrone se ne è andato

Son già passati tre anni da quando don Antonio Cerrone se ne è andato, è passato a miglior vita, come diciamo noi con un po’ di leggerezza, ma per fortuna ci ha lasciato abbondanza di esempi, di testimonianza di virtù e di ricordi indelebili, e proprio per tutto questo è ancora e sempre vivo nei nostri cuori.

Don Antonio si è spento nella sua casa ingombra di libri e carte, dopo un lungo calvario dovuto ad una malattia che lo aveva aggredito alcuni anni prima, costringendolo a diversi interventi chirurgici e a ricoveri ospedalieri. Egli il dolore fisico lo aveva saputo affrontare sereno e paziente, non rinunciando mai alla sua missione di sacerdote, di confessore e di direttore spirituale.

Don Antonio, ordinato sacerdote il 29 giugno del 1954 dal compianto e santo vescovo mons. Epimenio Giannico, è stato un sacerdote carismatico: si è sempre speso per gli altri in modo unico e raro.
La sua devozione per la Madonna e per il santo Rosario lo portavano ad inserire la “Madonna” in ogni predica e in ogni colloquio. Egli, il giorno di Corpus Domini, aveva ricevuto dal Vescovo diocesano mons. Scotti l’Unzione degli infermi e, pochi giorni dopo, aveva concluso il suo servizio sacerdotale nella notte tra il 19 giugno, giorno della festa del Sacro Cuore di Gesù, inizio dell’anno sacerdotale, e il 20, memoria del Sacro Cuore di Maria.

Quante persone tramite don Antonio hanno scoperto che cosa è l’amore cristiano, il vero amore, che cosa è la misura dell’amore, che l’amore non ha limiti, l’amore che ci rende disponibili, l’amore non fa andare in ferie, perché soltanto non andando in ferie l’amore può operare! Don Antonio è stata una delle persone più significative che il Signore ha posto sulla nostra strada per indicarci come vivere, come essere disponibili. L’amore di Dio non è mai una eterea teoria, non è mai vuota retorica, è sempre un “sì” che trova il suo posto originale a fianco della croce del proprio servizio quotidiano.

Don Antonio ha rappresentato e rappresenta tuttora un grande incoraggiamento. Ricordando lui si può offrire una risposta serena, severa, dura a tanta gente che ce l’ha oggi con la Chiesa. Mi spiego: sovente la gente ce l’ha con la Chiesa perché vede e vuol vedere solo il cosiddetto “marcio”. Ci possono anche essere dei preti strani o delle situazioni balorde, è vero, ma ci sono anche tanti preti, e sono la maggioranza, per bene. Don Antonio in tutta la sua vita ha testimoniato il sacerdozio di un uomo bello, pulito, fedele, disponibile. Gli anni del suo lungo apostolato sono stati intessuti di “sì”di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa.

Personalmente ringrazio il Signore perché Don Antonio abbia incrociato il mio cammino. Dal momento in cui ci siamo incontrati, nel lontano primo ottobre del 1956, da quando per quattro anni è stato il mio insegnante di tutto e di più, da allora non ci siamo più lasciati. Dal quel giorno, lui mi ha fatto conoscere la sua fedeltà al Signore ed io, vedendolo fedele, sono stato aiutato ad essere più fedele; vedendolo presente sempre, sono stato aiutato, perché ogni presenza dà un incoraggiamento, una critica costruttiva. Per me, avere avuto Don Antonio accanto è sempre stata una sicurezza: c’è lui, quindi vuol dire che stiamo andando bene; c’è lui, quindi vuol dire che stiamo facendo bene. Don Antonio, lui è stato per me in po’ l’indicatore di Dio, insieme ad altre persone, mi ha aiutato a capire che il “sì” non è un giro di parole, ma è un impegno, un piacere, un onore, un dovere, un conforto, una grande consolazione...

Perciò, anche quest’anno, la sera di mercoledì 20, in Cattedrale, diremo con una Messa grazie al Signore per Don Antonio, di tutto cuore, perché egli alle anime consacrate ha sempre consigliato a fare il bene, a stare bene e ad essere nella gioia. Quante volte ci ha ripetuto la definizione di Charles de Foucauld «Pregare è pensare a Dio, amandolo» e continuava: “Si ama Dio con la propria vita «cristiana» e si pensa a Lui parlandogli di tutto nei particolari momenti della giornata. E se siamo veramente preti, non abbiamo bisogno di parole per testimoniare e farci accettare: la gente crede alla nostra vita, al nostro stile di vita!”.

Don Antonio ci diceva spesso: “Se un prete è triste, è perché non dona, perché non sa donarsi totalmente; do un consiglio a chi ha l'aspetto triste, quello di esercitarsi nell'apostolato del sorriso, ciò fa parte della pedagogia del Vangelo e facilita l'incontro con le anime”. Don Antonio, come san Paolo, ripeteva continuamente: “È Cristo che vive in me”. Ed è proprio vero quando Gesù diventa la vita dell'anima sacerdotale, non occorre altro. Direi che lo spirito di sacrificio è la più grande ricchezza per un sacerdote, è quella «perla» preziosa della quale parla la parabola del Vangelo

Don Antonio, tra le tante missioni, seppe scegliere il sacerdozio. Ne è stato sempre contento ed entusiasta, perché in compagnia del Cristo ci si può trovare proprio bene e si capisce che nessun altro al mondo ci obbligherebbe a fare ciò che ora possiamo fare con Lui e per Lui. Quando don Antonio parlava della vocazione affermava: “Per ogni sacerdote Cristo o è tutto o è niente. Vorrei gridare a tanti giovani la sua stessa proposta «Vieni e seguimi» e non ve ne pentirete”.

Da buon “agnonese” don Antonio è rimasto sulla breccia fino alla fine, pur nella consapevolezza dell'accorciarsi del suo tempo disponibile, più che mai impegnato a portare sollievo e conforto ai membri delle associazioni della Santa Famiglia e di Gesù sacerdote che con passione, competenza e saggezza dirigeva spiritualmente.

Dopo tre anni continuiamo a dire di lui, a pregare per lui e a parlare con lui: per noi che ti abbiamo conosciuto e amato, come si ama un padre, sì per tutti noi, sei stato un bravo sacerdote, un amico fedele, un insegnante esigente. Don Antonio, ti abbiamo conosciuto bene, apprezzato tanto e ammirato sempre. A chi non ha avuto questo privilegio raccontiamo spesso di te. Accompagnaci ancora nel nostro faticoso cammino e guidaci, dal cielo, con il tuo amore. Ti ricorderemo per quello che sei stato: un uomo buono e generoso, un ottimo maestro di vita spirituale, un umile e santo sacerdote.


Altri testi di riferimento dal sito della Diocesi:

Secondo anniversario della morte di mons. Antonio Cerrone
Pubblicato il 15 Giugno 2011

Primo anniversario della morte di don Antonio
Pubblicato il 17 Giugno 2010

La messa del trigesimo della morte di mons. Antonio Cerrone
Pubblicato il 22 Luglio 2009

In ricordo di mons. Antonio Cerrone
Pubblicato il 2 Luglio 2009

È morto don Antonio Cerrone
Pubblicato il 20 Giugno 2009

Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 18 giugno 2012

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